Previsioni sull’audizione di Yellen

 | 11.02.2014 13:01

L’evento chiave della giornata sarà l’audizione semestrale della nuova presidente della Fed Yellen davanti alla commissione servizi finanziari della Camera. Durante la sua prima testimonianza al Congresso, Janet Yellen presenterà il rapporto semestrale della Fed sulla politica monetaria. I mercati prevedono che l’ex vice governatore Yellen manterrà la sua impostazione accomodante, pur sostenendo il proseguimento del tapering. Il rendimento dei decennali USA è sceso sotto il 2,70%, l’indice DXY è sotto pressione, sotto la media mobile a 21 giorni (80,84). Circolano voci di fondi che stanno vendendo USD prima dell’intervento di Yellen.

La debolezza del mercato occupazionale USA, soprattutto se guardiamo ai rilevamenti di dicembre e gennaio, ha ovviamente rinvigorito le speculazioni su un possibile passo indietro della Fed in merito al programma di ritiro degli stimoli del QE in atto da gennaio 2014. La scorsa settimana, il dato sulle buste paga non agricole ha deluso per il secondo mese consecutivo; a gennaio, l’economia USA ha creato solo 113.000 nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, molto meno dei 180.000 previsti. Considerando anche le 74.000 unità di dicembre, la situazione si fa piuttosto irritante, anche se il tasso di disoccupazione è sceso dal 6,7% al 6,6%, livello minimo da metà 2008. La recente debolezza dei dati sul lavoro è dovuta al rigido inverno che ha interessato gli USA a dicembre e gennaio? La neogovernatrice Yellen reagirà ai dati? I dati sul lavoro sono davvero rilevanti?


“Tapering non significa restringere”

La Fed ha iniziato a ridurre (tapering) gli acquisti mensili di bond (da 85 a 75 miliardi di USD a gennaio, e poi a 65 mld a febbraio), continuando però a insistere che “tapering non significa restringere”. Secondo noi, i mercati hanno recepito quest’ultimo messaggio, visto che non abbiamo assistito a una corsa verso l’USD dopo la decisione di procedere con il tapering, né a brusche vendite nell’azionario dei mercati sviluppati. Sebbene sui mercati emergenti la reazione sia stata più dura, essa era stata ampiamente prevista e non ha avuto un impatto decisivo sulle prospettive degli investitori.

Anche se il tapering ha generato una reazione più pacata del previsto sui mercati, secondo noi un passo indietro rispetto a quanto si è iniziato è improbabile. Anche se l’ex vicepresidente Yellen è nota per la sua impostazione accomodante, non cambierà il corso del tapering in questa fase. In primo luogo perché l’iniezione di decine di miliardi di dollari nell’economia USA ha stimolato soprattutto i mercati finanziari, e non l’economia reale. In secondo luogo, in termini reali, l’impatto della riduzione degli acquisti di asset è stata forse marginale nella ripresa degli USA. In terzo luogo, Yellen manterrà comunque il suo orientamento accomodante, accompagnato dalla forward guidance sui tassi bassi (!). Detto questo, la recente debolezza dei dati NFP non dovrebbe avere un impatto significativo sulla politica del tasso della Fed. E il tapering è già fuori discussione.


Toni troppo accomodanti potrebbero sorprendere

Negli ultimi mesi, la Fed è sembrata più aggressiva e i mercati hanno elaborato questa impostazione. Tuttavia, finora nessun ha parlato di restringimento. Ciò significa che la Fed continua a sostenere una politica accomodante, liberandosi nel frattempo del programma di acquisto bond, che è diventato comunque una fonte di speculazioni. L’eliminazione di questo strumento scomodo faciliterà Yellen nel perseguire il mantenimento di una politica monetaria accomodante da parte della Fed. Ecco perché, eventuali commenti su una modifica potenziale del ritmo di acquisto degli asset (pausa nel tapering/ritmo più lento per il ritiro degli stimoli) oggi genererebbe la sorpresa più grossa. Uno sviluppo del genere scatenerebbe paure sulla salute della ripresa USA e innescherebbe un’avversione al rischio indesiderata. Lo ripetiamo, non c’è bisogno di far ripartire la volatilità per colpa del “tapering”. Anche dal punto di vista di una colomba, la strategia migliore è lasciare morire in pace il QE3. Ci aspettiamo quindi propensione al rischio se Yellen sosterrà il ritiro del QE, visto che l’arma di politica più efficace sono i tassi d’interesse.

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