Previsto un ulteriore calo dell’EUR/USD

 | 29.08.2014 12:16

h2 Forex News and Events

I mercati sono rientrati in modalità di avversione al rischio: gli indici regionali asiatici sono in calo, USD e oro hanno invece guadagnato e anche l’indice VIX è in leggero rialzo. I rendimenti dei titoli decennali del Tesoro USA sono scesi verso il 2,3%. L’elemento catalizzatore sono state le notizie (sostenute anche da immagini satellitari della NATO), secondo cui le truppe russe hanno superato il confine entrando in territorio ucraino. Ieri sono arrivate altre buone notizie per i falchi USA; il PIL USA riferito al secondo trimestre è stato rivisto al rialzo, dal 4,0% al 4,2%. In attesa dei dati sulla seconda metà dell’anno, la ripresa economica appare solida e la debolezza del primo trimestre sembra essere dovuta sola alla distorsione generata dalle condizioni meteorologiche. Sull’onda delle sorprese al rialzo nei rapporti sulla fiducia e nell’accelerazione del mercato immobiliare, anche la crescita al palo delle retribuzioni non sembra essere in grado di frenare la velocità della ripresa economica statunitense. I progressi del mercato e il corso della politica che seguirà la Fed sono in forte contrasto rispetto ai segnali preoccupanti in arrivo dall’Europa. Questa settimana l’Eurozona ha pubblicato una serie di dati preoccupanti, fra cui quelli relativi alla fiducia nel settore servizi, industria ed economia. L’acuirsi delle tensioni fra Russia e Ucraina non farà che danneggiare ulteriormente la crescita in Europa. È molto probabile che la guerra delle sanzioni con la Russia spingerà l’Europa in una recessione. Mentre si accende il dibattito sull’austerità fiscale, dopo l’apparente rimprovero di Draghi a Jackson Hole per i bruschi tagli alla spesa, c’è solo un’istituzione in Europa in grado di fornire assistenza. La debolezza del dato sull’inflazione di oggi dovrebbe rafforzare le previsioni di mercato sull’annuncio di qualche forma di misura di allentamento da parte della BCE. A nostro avviso la BCE aspetterà finché sarà in grado di valutare l’effetto reale delle misure non convenzionali di giugno, ovvero dei tassi d’interesse negativi e del lancio delle nuove LTRO. Al momento riteniamo che la BCE interverrà a inizio 2015, anche se un’improvvisa svolta negativa nei dati potrebbe far anticipare l’intervento a fine 2014. Poiché prevediamo che la BCE interverrà con nuove misure, rimaniamo nettamente ribassisti sull’EUR.

I dati sul PIL USA rimangono solidi

Oggi negli USA il dato sui redditi personali dovrebbe far registrare un rialzo dello 0,3%, ma le spese dei consumatori dovrebbero far segnare un incremento piuttosto debole pari allo 0,2%. Il PCE core è visto in rialzo dello 0,1% m/m e dell’1,5% a/a, mentre l’indice sulla fiducia del Michigan dovrebbe salire da 80 a 80,5 punti. Poiché prosegue la serie di dati positivi dagli USA e alla luce dell’intervento meno accomodante della presidente della Fed Yellen a Jackson Hole, rimaniamo rialzisti sull’USD. Inoltre, visto il rischio geopolitico in Ucraina e il lungo fine-settimana a cui si preparano gli Stati Uniti, gli operatori resteranno sulla difensiva. Considereremmo un rally dell’EUR/USD come un’opportunità per ricaricare i corti.

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I dati deboli fanno presagire un allentamento dalla BoJ

La debolezza dei dati pubblicati nella notte in Giappone ci fa ritenere che la BoJ dovrà intervenire per sostenere la ripresa economica che va spegnendosi. A luglio la produzione industriale giapponese è cresciuta dello 0,2% m/m, meno dell’1,0% previsto. La flessione precedente era stata pari al 3,4%. Nello stesso mese, le spese complessive delle famiglie sono scese del -5,9% a/a, dopo il calo del 3,0% a/a fatto registrare a giugno (dato che illustra l’effetto dell’aumento dell’IVA). A luglio le vendite al dettaglio sono calate del -0,5%, in flessione rispetto all’incremento previsto, pari allo 0,3% m/m. Preoccupante è anche la flessione nella produzione di veicoli, passata dal 6,6% al -1,7%, che lascia presagire un altro potenziale rallentamento delle esportazioni. L’inflazione giapponese è scesa al 3,4% a/a a luglio, rispetto al 3,6% di giugno, in linea con le attese del mercato. L’inflazione di fondo, esclusi i generi alimentari, è rimasta invariata al 3,3%. Ancora regna incertezza sulla natura esatta e sulla tempistica del prossimo intervento della BoJ, ma siamo certi che la banca centrale agirà. Sulla base di queste previsioni, rimaniamo decisamente ribassisti sullo JPY e positivi sull’azionario nipponico (a dispetto di valutazioni generose).