Primi segnali di cedimento per le “BIG”.

 | 04.07.2017 10:33


Nelle ultime settimane i riflettori sono puntati sui titoli del comparto bancario (fortemente penalizzati nel corso degli ultimi mesi ed oltre), in primis su Intesa Sanpaolo (MI:ISP) grazie anche all’operazione su banche venete; Unicredit (MI:CRDI) ed Ubi (MI:UBI) banca, queste ultime due grazie ad un nuovo aumento di capitale che dovrebbe dare i suoi frutti nel corso del tempo o almeno così si spera.

Poiché il Mercato ha puntato i fari principalmente proprio su questo comparto, i titoli “BIG” (cioè quelle azioni che hanno guadagnato a tripla cifra, se non addirittura a quarta, negli ultimi mesi ed anni), stanno dando i primi segnali di cedimento ma è solo un breve periodo buio per poi ripartire?

In primis STMicroelectronics (MI:STM) che ha ceduto il 15% in un mese.

Il titolo negli ultimi 5 anni ha guadagnato oltre il 330%. Ieri Banca Akros ha alzato da 14,8 euro a 15 euro il target price su Stm, in seguito alla revisione dei parametri di valutazione dell’azienda.

Gli esperti hanno anche migliorato il rating e consigliano di accumulare le azioni in portafoglio. Stm ha archiviato il primo trimestre del 2017 con ricavi per 1,82 mld di dollari, in aumento del 12,9% rispetto agli 1,61 miliardi dell’analogo periodo 2016. Stm ha archiviato il primo trimestre del 2017 con un utile netto di 108 milioni di dollari, rispetto al rosso di 41 milioni dei primi tre mesi del 2016.

Resistenze, supporti e target:
Prima resistenza: 12.74 euro per il target a 13.34 euro
Seconda resistenza: 13.75 euro per il target a 13.86 e 14.09 euro.
Primo supporto fondamentale: 11.64 euro per il test a 11.40 e 10.81 euro.

Tra i più conosciuti Freni Brembo SpA (MI:BRBI)che ha ceduto in 1 mese oltre il 10% dopo aver fatto registrare nuovi massimi storici. Il titolo negli ultimi 5 anni ha guadagnato oltre il 1300%.

Brembo, solida azienda che ha confermato il trend di crescita anche nel primo trimestre con un Fatturato in crescita del 12,2% a € 632,6 milioni (+7,9% a parità di perimetro e cambi costanti) ed un utile netto in progresso del 12%.

Il Gruppo si ritiene soddisfatto per i risultati che ha saputo raggiungere nei primi tre mesi dell’anno nonostante una crescita economica globale leggermente inferiore alle stime.

Brembo ha registrato un promettente avvio della gestione 2017, al quale hanno contribuito trasversalmente tutti i prin. cipali settori produttivi.

I dati trimestrali esaminati permettono di guardare al futuro con consapevole ottimismo e rinnovata determinazione.

Riguardo all’andamento dei mercati nel primo trimestre di quest’anno, così come nell’ultimo della gestione 2016, si rilevano segnali di ripresa contenuti ma promettenti sul mercato Sudamericano, in particolare nei Paesi in cui opera Brembo, ovvero l’Argentina e il Brasile.

Vota l’App
Unisciti ai milioni di utenti che utilizzano l’app di Investing.com per restare sempre aggiornati.
Scarica ora

Benché si tratti di crescite ad impatto marginale sui risultati, quindi da interpretare con la dovuta prudenza, rappresentano comunque una possibile conferma dell’inversione di tendenza in quell’area che il gruppo aspettava da alcuni anni.

Continuano le prese di profitto anche su Reply SpA (MI:REY), il miglior titolo di Piazza Affari degli ultimi due decenni circa.

L’azione ha ceduto circa dieci punti percentuali negli ultimi 30 giorni dopo aver fatto registrare nuovi record assoluti (181 euro).

Il titolo negli ultimi 5 anni ha guadagnato oltre l’870%, +1500% dal debutto (anno 2000) ad oggi.

Da inizio anno, il Gruppo ha registrato un fatturato consolidato pari a 208,4 milioni di Euro, in incremento dell’11,8% rispetto al corrispondente dato 2016.

Positivi tutti gli indicatori di periodo, nel primo trimestre 2017 l’EBITDA consolidato è stato di 28,1 milioni di Euro (24,9 milioni di Euro nel 2016), pari al 13,5% del fatturato, con un EBIT di 25,2 milioni di Euro (22,5 milioni di Euro nel 2016), pari al 12,1% del fatturato.

L’utile, ante imposte, da gennaio a marzo 2017, infine, è stato di 25,3 milioni di Euro (22,5 milioni di Euro nel 2016), pari al 12,2% del fatturato.

La posizione finanziaria netta del Gruppo, al 31 marzo 2017 è, inoltre, positiva per 80,6 milioni di Euro, in netto incremento rispetto ai 28,8 milioni di Euro registrati al 31 dicembre 2016 e ai 72 milioni di Euro al 31 marzo 2016. a livello grafico, il titolo ha lanciato i primi segnali di allarme con la violazione del primo sostegno strategico di 165 euro la cui violazione ha riportare il titolo fino in area 160.0 euro (155 euro, secondo target). I primi reali segnali di forza giungeranno solo oltre 175.0 euro in chiusura di seduta. Oltre 181 euro spazio ad un nuovo rally che potrebbe spingere i prezzi fino a 190 euro in prima battuta.

Al centro delle vendite anche I.M.A. Industria Macchine Automatiche (MI:IMAI) che si riporta in area 77.0 euro dopo aver toccato quota 85.60 euro (max storico) il mese scorso. Il titolo negli ultimi 5 anni ha guadagnato il 580%.

Dopo la diffusione dei risultati del primo trimestre del 2017 Kepler Cheuvreux aveva alzato da 75 euro 89 euro il target price su IMA, in seguito al miglioramento delle stime sull’utile per azione per il triennio 2017/2019.

Per l’esercizio in corso il Gruppo prevede ricavi superiori agli 1,4 miliardi di euro, mentre il margine operativo lordo dovrebbe attestarsi a circa 205 milioni di euro. I positivi risultati del primo trimestre e l’elevata consistenza del portafoglio ordini al 31.03.2017 unitamente all’andamento degli ordinativi nel mese di aprile, consentono al gruppo di confermare le previsioni di un esercizio in ulteriore crescita per I.M.A.

Lo scorso 28 giugno IMA ha sottoscritto un accordo per l’acquisto del 60% delle azioni di EUROSICMA che produce e commercializza macchine automatiche ed impianti per il confezionamento orizzontale in flowpack e fold per l’industria alimentare, cosmetica e farmaceutica. L’operazione prevede un esborso per IMA pari a circa 26 milioni di euro, da versarsi al closing previsto entro il 30 settembre 2017 e la sottoscrizione di contratti di opzione Put & Call sul restante 40% da esercitarsi entro il mese di aprile del 2027. A livello grafico, un pronto recupero sarà garantito dalla tenuta del supporto a 74.80 euro. Diversamente invece probabile una nuova ondata di ribassi con un primo target in area 70.10 euro. Oltre 80.0 euro in chiusura di seduta, potrebbe scattare un rimbalzo più esteso fino alla resistenza chiave di 82.0 euro (82.80 euro è il prezzo max storico). Il superamento, in chiusura di seduta, rappresenterebbe un ulteriore forte segnale, preludio al raggiungimento dei target a 84.75 euro e successivamente in area 88.50 euro.

Tra le altre BIG in difficoltà c’è Retelit che ha ceduto il 10.05% in 30 gg. Il titolo negli ultimi 5 anni ha guadagnato il 303%. Forte dei risultati ottenuti nel 2016, superiori alle aspettative e con il primo risultato operativo in utile nella storia, l’azienda delinea gli obiettivi per l’anno in corso puntando su connettività, nuovi servizi, aree industriali e internazionalizzazione. Ricavi pari a 49,6 milioni di euro, con un miglioramento del 17,8% rispetto all’anno precedente, EBITDA attestato ai 14,6 milioni di euro e un utile netto pari a 2,9 milioni di euro rispetto ai 0,2 milioni di euro del 2015, calcolato si base omogenea, oltre al forte miglioramento del risultato operativo – il primo in utile nella storia dell’azienda – a 2,2 milioni di euro: questo il risultato 2016 di Retelit. Inoltre la società ha investito quasi 35 milioni di euro per il potenziamento della propria infrastruttura. Gli obiettivi 2017 sono ancora più ambiziosi, un aumento tra il 20% e il 26% del fatturato e, soprattutto, una crescita stimata superiore al 45% in termini di profittabilità operativa (EBITDA). Inoltre sono previsti poco meno di 90 milioni di euro di investimenti cumulati nel quinquennio 2017-21. Il nuovo anno è già partito con grande slancio e Retelit è già proiettata verso obiettivi e target ben precisi per soddisfare, da un lato, la richiesta di banda ultra larga da parte dei produttori e – soprattutto – dei distributori di contenuti audio e video ad alta definizione, dall’altro le esigenze di cloud e connettività delle aziende. Due macro aree su cui Retelit rafforzerà ulteriormente i propri investimenti e una strategia indubbiamente avvalorata anche dalla forte tendenza alla digital transformation che si sta manifestando sia in ambito pubblico che privato e che arriva anche all’utente finale, coinvolto in maniera sempre più diretta attraverso la fruizione di contenuti (es. 4k) e l’Internet of Things.

Con un forte orientamento al mondo delle medie aziende, il 2017 vedrà Retelit porre l’attenzione sull’offerta di connettività ad aree industriali, vero cuore dell’economia del Paese, rivolgendosi non a un settore verticale specifico, ma a tutte quelle realtà che si trovano ancora oggi impossibilitate a intraprendere una trasformazione digitale che le renda competitive rispetto ad aziende – anche straniere – concorrenti. Ai numeri raggiunti nel 2016 hanno contribuito in maniera significativa le collaborazioni firmate con partner strategici e attentamente selezionati, ospitati all’interno dei propri data center, che hanno permesso, nell’ambito di una tendenza dell’azienda a “fare sistema” con player affermati sul mercato, di offrire ai propri clienti livelli qualitativi superiori, tecnologici ma anche commerciali. Il 2017 rappresenta un traguardo importante per Retelit anche a livello internazionale. Il grp sta lavorando per rendere operativo nelle prossime settimane, il cavo sottomarino AAE-1, collegamento di 25.000 chilometri di fibra tra l’area del Mediterraneo con middle e Far East, fino ad Hong Kong. Il cavo apre nuove e importanti prospettive di business sui mercati internazionali e su aree in fortissimo sviluppo, quali ad esempio India, Sud Est asiatico, Cina e Hong Kong. Le avviate operazioni di commercializzazione e la sottoscrizione del primo contratto con BICS, (Belgacom International Carrier Services), operatore globale di telecomunicazioni, stanno già confermando la strategicità e le potenzialità dell’investimento. L’andamento dell’attività dei primi mesi del 2017 è in linea con il Piano Industriale che prevede, per fine 2017, un fatturato atteso attestarsi in un range tra i €60 e €63 milioni, un EBITDA tra gli €20 e €23 milioni, un EBIT tra €6 e €9 milioni. A livello patrimoniale si stimano investimenti in un range compreso tra i €25 e i €28 milioni e una PFN positiva compresa tra i €20 e i €23 milioni.

Schiacciata sotto il peso delle vendite anche Saes Getters SpA (MI:SAEI) che ha ceduto circa 12 punti percentuali in un mese. Il titolo negli ultimi 5 anni ha guadagnato il 185%. Nel primo trimestre 2017 il Gruppo SAES ha realizzato un fatturato netto consolidato pari a 58,7 milioni di euro, in crescita del 28,5% rispetto al dato del primo trimestre 2016, pari a 45,7 milioni di euro. L’effetto cambi è stato pari a +3,5%, soprattutto per l’apprezzamento del dollaro USA rispetto all’euro. A parità di area di consolidamento la crescita organica è stata pari a +17,6%, mentre l’acquisizione di Metalvuoto S.p.A., avvenuta alla fine del precedente esercizio, ha generato nel primo trimestre 2017 vendite pari a 3,4 milioni di euro (+7,4% l’incremento del fatturato correlato alla variazione dell’area di consolidamento). La crescita organica è principalmente concentrata nel comparto della purificazione dei gas (Systems for Gas Purification & Handling Business), trainato dagli investimenti in Cina in nuove fabs di semiconduttori, e nel comparto del Nitinol per dispositivi medicali (Nitinol for Medical Devices Business), in cui si conferma il trend positivo del precedente esercizio. A parità degli attuali livelli dei cambi, ci si aspetta di mantenere i risultati positivi del primo quarter 2017 anche nei prossimi trimestri, in cui il Gruppo SAES sarà fortemente impegnato nell’integrazione e nello sviluppo delle nuove iniziative di business. A livello grafico, il mancato superamento della resistenza strategica a 20.23 euro ha provocato una nuova flessione che rischia di tornare a testare l’importante supporto posizionato a 17.20 euro. Sotto tale livello si aprirebbero nuovi scenari ribassisti con probabili obiettivi a 16.66 e area 16.0 euro in prima battuta. Prime indicazioni positive oltre i 18.50 euro (in chiusura) per il test a 19.15 euro. La resistenza di medio/lungo termine è posizionata a 20.70 euro. Oltre questo ultimo livello (in chiusura) ci sarà un notevole spazio di ascesa fino a 22.50 euro (target medio/lungo termine: 23.50 e 25.50 euro).

Nella lista è presente anche SESA (MI:SES) che ha ceduto il 9.90% in 30 gg. Il titolo negli ultimi 5 anni ha guadagnato il 172%. I risultati dei primi 9 mesi dell’esercizio confermano la capacità del Gruppo di continuare a crescere in modo equilibrato a livello di fatturato, Ebitda, utile netto e cash flow, integrando con successo le recenti acquisizioni societarie e continuando ad investire per la crescita futura sia in infrastrutture che soprattutto in risorse umane, con un capitale di oltre 1.300 addetti pressoché interamente a tempo indeterminato e con elevata specializzazione nelle aree innovative dell’ICT. Nella restante parte dell’anno fiscale, il Gruppo continuerà ad operare con l’obiettivo di rafforzare la propria leadership sul mercato delle soluzioni IT a valore aggiunto e sviluppare in modo sostenibile i principali indicatori finanziari, beneficiando del consolidamento e delle partnership con le società di recente acquisizione. Il Gruppo opera con l’obiettivo di focalizzarsi nell’offerta di soluzioni IT innovative (Cloud Computing, Managed and Security Services, Digital Solution, Big Data, Analytics, IOT) che polarizzeranno in misura crescente la domanda di ICT, affiancando i propri partner e le imprese italiane, con particolare riferimento a quelle appartenenti ai segmenti SME ed Enterprise, nel percorso di crescita ed innovazione tecnologica. A livello grafico, possiamo dire che la permanenza dei corsi al di sopra di area 23.50 appare necessaria per rialzare la testa e riportarsi a quota 26.0 euro, i cui obiettivi oltre tale livello sono ipotizzabili in area 28.0 euro in prima battuta. Il supporto di breve/medio termine è posizionato a 21.0 euro, al di sotto del quale (in chiusura) le prospettive rialziste verrebbero messe in discussione favorendo approfondimenti verso il sostegno in area 18.43 euro.

In questa lista delle “Big” in difficoltà sono presenti anche Biesse SpA (MI:BSS), Interpump Group (MI:ITPG), Datalogic SpA (MI:DAL), Amplifon SpA (MI:AMPF) e Gefran SpA (MI:GFRN).

Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.

Esci
Sei sicuro di voler uscire?
No
Annulla
Salvare le modifiche