Prove di correzione

 | 28.01.2021 13:04

Il mercato intende concedere un'occasione ai ritardatari per entrare a sconto. Solo così su può interpretare questo ultimo ritorno sui propri passi dell'equity. Il de profundiis non mi pare sia stato ancora intonato. Questa è la lettura che mi sembra si possa concedere oggi agli ultimi movimenti del mercato.

Nella trasmissione di Volumetrica Television di martedì 26 gennaio mi si darà atto che ho invitato più volte gli operatori alla cautela. A volte la maggior virtù di un trader è l'attesa, soprattutto quando la situazione inter market non appare ragionevole.

Probabilmente è anche vero che lo speech di Powell abbia deluso gli investitori. Le aspettative covate erano e restano quelle di un ampliamento del Qe fermo a 120 mld/mese. Come fossero bruscolini... Non è bastato che il governatore della Fed si sia impegnato a non battere ciglio quando nei mesi a venire l’inflazione dovesse, auspicabilmente, rialzare la testa. Non è bastato che non abbia nemmeno provato a ventilare una normalizzazione della politica monetaria.

Da questo punto di vista gli operatori economici possono ancora dormire sonni tranquilli. Il panico ieri è invece confermato dalla backwardation registrata sul Future del VIX: questo fenomeno si manifesta quando sul mercato a termine i future per consegna prossima quotano su livelli anomalmente superiori a quelli per scadenza a termine. D’altro canto, la volatilità a tre mesi è risultata in maniera anomala inferiore a quella ad un mese. Si è dunque levato vento di terra che potrebbe far segnare un minimo di un certo rilievo su tutti gli indici tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio.

L'MSCI All Country World Equity Index – rappresenatativo di circa 50 indici azionari - ha rotto il pavimento del nostro Supetrend lento, zona supportiva sempre molto significativa. Un consolidamento fino a 645 punti appare probabile. Al peggio fino all'area di 640 dove transita la mm a 50 periodi (v. chart 1). L'S&P500, sul quale mesi fa avevamo pubblicamente chiamato il massimo in area 3850, ha indugiato circa una settimana intorno a questo livello per poi rompere di schianto la mm a 20 giorni e adagiarsi sulla ma 50.

Se venisse confermato anche qui l'attivazione del Supetrend lento, 3670 e 3645 diventano target da valutare con interesse (v. chart 2). Anche il Nasdaq ci ha dato soddisfazioni. Dal livello di 13400 avevamo indicato un successivo target a 13800 e l'indice si è fermato nei pressi di 13760. Adesso consolida anch'esso ma rimane ancora incastonato all'interno del canale di regressione lineare moderatamente rialzista sebbene nella sua parte più bassa. Qui il pavimento del Supetrend regge ancora. Una sua perforazione (13130) non sarebbe disdicevole; nell'ipotesi, l'indice potrebbe accontentarsi di un target compreso tra 12970 e 12830 (v. chart 3). Il DJ replica il movimento dello S&P: rottura della ma 20 e appoggio sulla ma 50. Se in finire di giornata il supporto non dovesse reggere si guarderà ai 29880 (v. chart 4).

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L'Europa, come ho ripetuto più volte pubblicamente, viaggiava e viaggia con andature e stimoli diversi. Il Dax aveva perforato già tre giorni fa la ma 20. Anche la ma 50 non ha retto e con essa il pavimento del Supetrend. E' lecito attendersi un primo target a 13130 (v. chart 5). L'Eurostoxx 50 segue il medesimo mood: approdo atteso in area 3400-3445 (v. chart 6). E per ultima venne Cenerentola, il Ftse Mib. Non abbiamo mai celato la scarsa fiducia nell'indice nazionale. A meno di un rimbalzo dell'ultima ora, in rottura daily dei 21500 vediamo avvicinarsi il supporto di 21190 (v. chart 7).