Quanto scenderanno ancora il dollaro neozelandese e la sterlina?

 | 09.08.2018 20:42

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Il dollaro USA è salito contro tutte le altre principali valute giovedì, nonostante i dati sull’inflazione più deboli del previsto.

Gli economisti avevano previsto un aumento dei prezzi alla produzione inferiore al dato di luglio, ma l’IPP è rimasto invariato a causa dei costi minori di alimentari ed energetici.

Escludendo alimentari ed energetici, i prezzi alla produzione sono saliti dello 0,1%.

È un dato debole ma ce lo aspettavamo, in quanto il dollaro USA ha toccato dei massimi plurimensili lo scorso mese e il suo apprezzamento ha pesato sull’inflazione.

Anche i prezzi del petrolio sono scesi a luglio, causando un calo negli energetici.

I dati sulle richieste di sussidio sono stati migliori del previsto, ma sono passati in secondo piano a causa dell’IPP. Inoltre, il sell-off del cambio USD/JPY è stato nominale.

Il movimento iniziale è stato di soli 10 pip, con un successivo calo di altri 10-20 pip durante la seduta statunitense prima di stabilizzarsi. anche l’apprezzamento del dollaro contro le altre principali valute come euro e sterlina ci ha impiegato un po’ di tempo.

Il report sui prezzi al consumo atteso per venerdì potrebbe avere un impatto più decisivo sul dollaro.

Sfortunatamente, vista la debolezza dell’IPP, l’IPC potrebbe deludere le attese, soprattutto considerando il calo del Future Gas naturale registrato a luglio.

Se l’inflazione sui consumi dovesse risultare inferiore alle attese, il cambio USD/JPY potrebbe superare 110,70 e toccare il minimo di un mese.

ll cambio EUR/USD ha testato 1,16 giovedì.

Questo prima di tutto a causa della forza del dollaro USA, ma anche i timori della BCE per le crescenti tensioni commerciali non hanno aiutato la valuta.

Il sell-off si è verificato dopo la scadenza di un’opzione 1,16 di 823 milioni.