Rally azionario nonostante il tono aggressivo dei verbali del FOMC

 | 24.11.2022 15:08

Ieri le azioni hanno terminato la giornata in rialzo, con l’S&P 500 che è salito di circa 60 punti base. I verbali della Fed non sono stati cauti, non se si è capito il senso della notizia, ovvero che il tasso finale sarà più alto di quanto si pensasse in precedenza. Il ritmo del rialzo probabilmente non ha molta importanza perché se la Fed vuole che i tassi siano al 5%, è probabile che lo siano all’inizio del 2023. Un aumento dei tassi di 50 punti base ci porterebbe al 4,5% entro dicembre e ad altri 50 punti base entro gennaio. La domanda è se il tasso continuerà a salire da lì in poi e cosa significherà per i tassi dei Treasury.

Nel caso in cui la Fed dovesse lasciare i tassi al 5% per il prossimo anno, nel tempo il tasso dei Treasury a 2 anni in teoria dovrebbe salire intorno a questo livello per riflettere questa aspettativa. Non è importante se la Fed lascerà i tassi al 5% per tutto il 2023. La questione è se la Fed riuscirà a far credere al mercato che lo farà.

La necessità è quella di mantenere le condizioni finanziarie più favorevoli, e sospetto che non siano pronte a farlo.

S&P 500

L’S&P 500 ha chiuso ai massimi del 15 novembre e non credo che questo sia sufficiente a cambiare le cose. Sembra ancora un’onda correttiva, che assomiglia a un doppio zig-zag. Questo si scontra con un ritracciamento del 61,8% dei massimi di agosto e con un prolungamento del 78,6% dei minimi di ottobre.