Rally di azionario e USD

 | 31.10.2014 12:41

h2 Forex News and Events/h2

USD protagonista sul mercato valutario

Sul mercato valutario, l’unica strategia operativa che conta è acquistare USD. L’USD continua a rafforzarsi senza interruzioni. Ieri il PIL riferito al terzo trimestre si è attestato a un sano 3,5%, rispetto al 3,0% previsto. Sebbene il comunicato aggressivo della Fed abbia fatto salire la curva dei titoli USA, il rendimento ancora attraente non sembra soddisfare gli investitori. In Europa, però, gran parte dei paesi principali mostra sensibili forze disinflattive, che fanno aumentare la probabilità di un’espansione del bilancio della BCE. Inoltre, in modo un po’ inaspettato (si veda il nostro Rapporto Settimanale sul Mercato), la Bank of Japan, come già questa settimana la Riksbank e la RBNS, ha mantenuto condizioni monetarie ultra-accomodanti. Mentre la Fed si dirige verso la normalizzazione della politica monetaria, gran parte delle nazioni del G10 va nella direzione opposta. Man mano che aumentano le divergenze, amplificate dal fatto che la Fed aumenterà i tassi, l’USD continuerà ad essere la valuta preferita da gran parte degli investitori. La nostra strategia operativa sul forex è andare lunghi sull’USD nel medio-lungo termine. Nella notte l’USD/JPY ha fatto registrare i movimenti più marcati, compiendo un rally fino a 111,47 (massimi pluriennali). L’oro è stato punito perché alla violazione del livello a 1.1183 USD sono partiti gli ordini di vendita consigliati dalle strategie operative sulle materie prime della CTA, basate sul cosiddetto trend-following. Sembra esserci una sovreccedenza di oro, quindi ci aspettiamo un altro calo.

Dolcetto o scherzetto dalla BoJ

Proponiamo una breve sintesi della mossa inaspettata della Bank of Japan (BoJ) di ieri sera. La BoJ ha annunciato un’accelerazione dell’espansione della sua base monetaria di circa 80 mila miliardi di JPY all’anno (rispetto ai precedenti 60-70 mila miliardi di JPY). In passato, l’espansione è stata generata da un insieme di acquisti di JGB, iniezione di liquidità attraverso programmi di sostegno al prestito e acquisto di altri asset. Ora sembra, però, che l’espansione sarà legata principalmente ad acquisti di JGB. Inoltre, fattore importante per i mercati azionari, aumenterà anche la velocità degli acquisti di ETF e J-Reit (che sarà triplicata). Il voto si è concluso con una stretta maggioranza di 5 a 4. Lo yen è stato venduto immediatamente perché gli operatori attendevano un elemento catalizzatore per far scendere la valuta nipponica. Inoltre, i media giapponesi (poi è arrivata la conferma dallo stesso GPIF) hanno riferito che il fondo d’investimento giapponese per le pensioni oggi annuncerà le modifiche alla struttura di distribuzione degli asset. Le percentuali non sono ancora fisse, ma le consistenze in titoli azionari giapponesi saliranno all’incirca al 25%, la quota di bond giapponesi scenderà al 35%, mentre quella di titoli azionari stranieri raddoppierà, salendo al 25%, più del 15% previsto. Considerando che per il GPIF questo comporta una rotazione di portafoglio pari a 127 mila miliardi di JPY, si tratta di un evento significativo. Il Nikkei ha reagito come da previsioni, compiendo un forte rally del 4,83%.

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RUB verso la libera fluttuazione?

La volatilità del RUB è cresciuta costantemente, ma giovedì è letteralmente esplosa (la volatilità implicita a un mese si è impennata da 12 a 22). Da settembre il RUB ha ceduto quasi il 29% nei confronti dell’USD (e il 13% rispetto al paniere della Banca Centrale Russa, CBR). L’aggressivo deprezzamento del RUB è la ragione principale del restringimento della politica monetaria. Attualmente il mercato prevede un rialzo di 50 punti base dall’annuncio della banca centrale di oggi, ma, considerando la fuga massiccia dal RUB, è più probabile un intervento da 100 punti base. Una cifra inferiore probabilmente non riuscirà a far fronte all’attuale esodo dal RUB, né ad arginare l’attuale instabilità finanziaria. Sembrano esserci due ragioni principali per cui il RUB continua a scendere. In primo luogo la debolezza dei prezzi del petrolio, che costituisce la colonna portante dell’economia russa e, in secondo luogo, il tentativo del settore privato di accumulare riserve in valuta straniera in vista dei rimborsi dei debiti nel quarto trimestre. Tutto ciò avviene nel contesto della situazione irrisolta in Ucraina e delle sanzioni occidentali che ne derivano. Oltre all’aggiustamento dei tassi, sul mercato circolano molte indiscrezioni sul fatto che la BCR potrebbe rinunciare del tutto a un meccanismo d’intervento e lasciare che il RUB fluttui liberamente. Negli ultimi tre mesi il RUB ha raggiunto regolarmente la fascia superiore della fascia non indicata verbalmente dalla CBR, cosa che ha costretto la banca ad aumentare la banda superiore dopo essere intervenuta con 350 milioni di USD, prima di aggiustare la banda di non intervento di 0,05 RUB. Stando a un’analisi esterna, ciò lascerebbe presagire che, solo a ottobre, la CBR è già intervenuta con circa 24 miliardi di USD. Ciò nonostante, vista l’operatività dettata quasi dal panico, una mossa improvvisa verso la libera fluttuazione potrebbe esacerbare ulteriormente l’attuale esodo dal RUB. Un leggero rinvio permetterebbe un miglioramento delle partite correnti grazie alle entrate dalle esportazioni di combustibili per l’inverno ed eviterebbe la collisione con i rimborsi dei debiti esterni, permettendo una transizione più stabile.

Idea di trading sulle materie prime

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Modello giornaliero di break out: vendere XAU/USD a 1.185,46.

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