RBNZ: nuovo taglio dei tassi in vista

 | 26.09.2016 10:23

Tassi invariati come atteso

Come atteso, la Reserve Bank of New Zealand ha lasciato il tasso di riferimento (OCR) invariato al 2%, con uno statement molto deciso a indicare che “ulteriori misure di stimolo saranno necessarie a portare l'inflazione verso la mediana del target range”.

Sfortunatamente per il Governatore Wheeler, le sue parole sono state sovrastate dalle indicazioni del FOMC, in quanto i mercati erano troppo impegnati ad ascoltare Janet Yellen per provare a comprendere quando avverrà il prossimo rialzo dei tassi negli USA.

Indicatori economici positivi

Il dollaro neozelandese ha quindi reagito in maniera limitata, anche a causa dei dati positivi comunicati da Fonterra.

La multinazionale, cooperativa neozelandese nel settore caseario, ha annunciato un utile annuo pari a 834 milioni di USD, in rialzo del 65% rispetto all’anno scorso, e ha detto che pagherà 3,90 dollari/kg per i solidi del latte nella stagione 2016 e 40 centesimi per azione in dividendi. Ha anche rivisto al rialzo le previsioni per il prezzo del latte, a 5,25 dollari/kg per il prossimo anno.

Più in generale, nel secondo trimestre l’economia neozelandese si è comportata piuttosto bene, anche se la crescita del PIL è risultata inferiore alle previsioni (0,9% trimestrale rispetto all'1.1% previsto). Sul fronte dell’inflazione, l’IPC primario è rimasto molto al di sotto della fascia obiettivo, compresa fra il +2% e il -1%.

Nel mercato immobiliare i prezzi sono ancora oggetto di pressioni al rialzo, perché la crescita dell’immigrazione e interna rimangono su livelli importanti.

La RBNZ ha quindi solo un problema: l’inflazione, nello specifico quella ponderata in funzione degli scambi.

Ci aspettiamo pertanto che Graeme Wheeler tagli il tasso OCR all’1,75% a novembre, nel tentativo di far indebolire il kiwi, infatti, su base ponderata, il dollaro neozelandese è cresciuto del 2%, molto più del previsto, dalla riunione di Agosto.

Purtroppo per la RBNZ, la debolezza delle condizioni globali e i bassi tassi d’interesse degli altri paesi rispetto alla Nuova Zelanda hanno attratto investitori da tutto il mondo, aumentando la domanda di kiwi.

Non crediamo che queste dinamiche cambieranno a breve, poiché gran parte delle banche centrali manterrà una netta impostazione accomodante.