Recuperare le minusvalenze tra M&A e politiche ultra-espansive della BCE

 | 30.07.2020 15:07

Lo scorso 17 luglio Société Générale (PA:SOGN) ha emesso sul SeDeX di Borsa Italiana una gamma di Certificati Recovery Top Bonus su azioni europee, americane e su diversi indici di Borsa del Vecchio Continente. La peculiarità di questi prodotti è quella di avere un prezzo di emissione inferiore a 100 euro e di offrire un importo condizionato pari a questa soglia alla fine della vita del Certificato. Per l’investitore il potenziale guadagno è quindi rappresentato dalla differenza tra i 100 euro del rimborso a scadenza e il prezzo di acquisto.

I 19 Certificati di questa emissione hanno una scadenza entro fine anno e fissata per il prossimo 15 dicembre. In questo modo, si potranno recuperare eventuali minusvalenze in scadenza presenti nello zainetto fiscale. Ricordiamo che ogni perdita viene accantonata fiscalmente per quattro anni ed eventuali redditi diversi ottenuti in questo lasso di tempo possono essere incassati al lordo della tassazione prevista al 26% fino alla compensazione del monte perdite.

Visti i benefici appena evidenziati per questa gamma di prodotti riteniamo che il Certificato con ISIN LU2088513499 sia di particolare interesse. Il prodotto ha come sottostante l’indice EuroStoxx Banks, che racchiude i principali istituti europei. Il tema del settore bancario è particolarmente caldo nell’ultimo periodo, in particolare dopo la decisione della BCE di allungare lo stop a dividendi e buybacks fino al 2021. Questa scelta è stata presa al fine di tutelare gli assetti patrimoniali delle banche, che potrebbero soffrire della crisi economica causata dal Coronavirus. Tra i vari pericoli vi è quello relativo a un’ondata di insolvenze capace di far lievitare le masse di crediti deteriorati.

Se si pensa alle sole banche italiane, il mancato stacco della cedola nel 2020 (riferita all’esercizio 2019) comporta un risparmio di oltre 5,6 miliardi di euro. Questa liquidità potrebbe essere utilizzata per creare nuovo valore per gli azionisti senza la necessità di staccare dividendi. Dopo il successo dell’OPAS di Intesa Sanpaolo (MI:ISP) su UBI Banca (MI:UBI) (che creerà il terzo gruppo europeo per valore di Borsa), altri istituti potrebbero quindi guardare a operazioni di M&A che andrebbero a rafforzare ulteriormente i loro assetti patrimoniali. Da un punto di vista regolatorio l’Eurotower ha recentemente agevolato i processi di fusioni e acquisizioni, richiedendo ratio patrimoniali meno stringenti.

Quadro fondamentale e tecnico

Oltre a possibili fusioni, a dare una spinta ad un settore fortemente depresso negli ultimi anni come quello bancario europeo sono anche le politiche monetarie ultra-espansive della BCE, con PEPP e TLTRO che permettono di contenere gli spread sui titoli di Stato. Questo fattore è molto importante se si considera che in un recente articolo, Bloomberg metteva in luce come le banche del Vecchio Continente detengono oltre 446 miliardi di euro di debito pubblico e privato italiano, al centro di numerose tensioni sui rendimenti negli ultimi anni. Una diminuzione del valore dei bond governativi italiani era quindi un problema per l’intero comparto del blocco. A fornire ulteriori sicurezze è l’accordo trovato dai 27 capi di Stato e di Governo europei sul Recovery Fund da 750 miliardi di euro, capace di mantenere ancora salda la tenuta politica dell’UE ed evitare quindi nervosismi sui mercati azionari. In relazione ad un nuovo shock economico è da considerare anche come gli istituti dovrebbero reggere l’urto considerando che dalla crisi finanziaria del 2008 continuano a rafforzare i propri bilanci.

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