Investing.com | 19.08.2022 08:09
Spesso con alcuni miei amici o colleghi di lavoro, ci confrontiamo sull’attuale situazione di mercato, sui possibili investimenti o portafogli migliori per quella determinata situazione, e sulle prospettive a breve o medio termine. E’ nella natura umana parlarne, e spesso anche i professionisti cadono in questa sorta di trappola mentale dove ci illudiamo di essere in grado di gestire e controllare una situazione (l’andamento dei mercati) molto più grande di noi.
Eppure, a ben pensare, che tu sia rialzista (diciamo da qui a fine anno) o ribassista, comunque potresti avere ragione, così come potresti avere delle statistiche e dei numeri a supporto della tua tesi.
Tesi Rialzista
Nelle due immagini sopra, trovate rispettivamente una tabella (prima immagine) che riassume l’andamento del mercato azionario (S&P 500) da cui si evince come dopo un rimbalzo del 15% o superiore (come accaduto recentemente dai minimi di metà giugno) le azioni tendono a salire ancora nei mesi successivi.
Nella seconda immagine invece, possiamo vedere come sia il pessimismo sull’economia in generale, sia sulla percentuale di possesso azionaria, i grafici sembrano aver raggiunto un bottom e stiano per ripartire.
Tesi ribassista
Allo stesso modo, per chi fosse orientato invece verso una situazione di ribasso dei mercati nel prossimo futuro, vediamo come settembre sia ad esempio un mese molto negativo per le borse (ricordiamoci il 2008 ad esempio o il 2001) e quindi un crollo di mercato a breve termine potrebbe essere dietro l’angolo. Inoltre, anche gli utili danno segni di calo, le Banche Centrali continuano il percorso di rialzo tassi, l’inflazione è ancora elevata eccetera eccetera.
L’approccio corretto
Insomma si potrebbe dire che entrambi i punti di vista (rialzista o ribassista) abbiano ragione, ed entrambi abbiano torto. Perciò come possiamo navigare in questa miriade di dati, di tesi (spesso fatte da sontuosi esperti o società di investimento che fanno questo di lavoro)?
Semplice fregandocene…
E non sto scherzando, tutte queste analisi, questi dati e queste notizie da cui siamo costantemente bombardati, non dovrebbero mai interferire con le nostre scelte di investimento. Dobbiamo invece conoscere storia, natura e statistiche di ciò che compriamo e mettiamo nei nostri portafogli. Per esempio, lo sapevate che storicamente, se comprate azionario America o globale, e lo tenete in portafoglio per un tempo superiore ai 17 anni, statisticamente si guadagnano sempre soldi?
Certo, non tutti potrebbero avere 17 anni di orizzonte temporale davanti, ma mi viene anche da dire che se non hai un orizzonte almeno di 6 o 7 anni, tanto varrebbe non investire proprio. E che dire dell’economia che, seppur tra mille recessioni e fatiche, alla fine (come gli utili) cresce sempre nel tempo? Rileggete l’analisi di ieri, che ritengo fondamentale per un corretto approccio ai vostri investimenti.
Esisteranno sempre motivi perché i mercati vadano bene, ed esisteranno sempre motivi perché i mercati vadano male. Correre dietro a queste cose è una perdita di tempo. Anche perché pensateci un secondo? L’alternativa vera all’investire i propri soldi quale sarebbe?
Nascondere la testa sotto la sabbia preoccupati per la fine del mondo? E poi? Intanto l’inflazione (e questa sì che è matematica incontestabile) si mangia ogni giorno quei soldi che “prudentemente” lasciate fermi sui conti, contenti voi.
Potreste anche dire “io aspetto il crollo e poi entro”, certo , peccato che nessuno al mondo saprà mai esattamente quando questo accadrà, e se poi il mercato non crolla (come successo dal 2009 ad oggi di fatto) per 13 anni? In 13 anni, aspettando l’apocalisse, avresti triplicato il capitale.
Non fate i maghi o i piccoli chimici, è una perdita di tempo.
E godetevi il weekend,
a lunedì
Alla prossima!
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