Rischio Vietnam per Under Armour e Nike. Gli analisti tagliano i target price

 | 27.09.2021 15:17

Duramente colpito dalla variante Delta, il Paese del Sudest asiatico ha imposto un rigido lockdown con chiusura delle fabbriche. Un danno enorme per i grandi nomi delle calzature sportive che qui realizzano il 40% della produzione. Incertezza sulle vendite natalizie.

Dopo nove settimane di fabbriche chiuse, il riavvio appare ancora a singhiozzo.

Per Nike (NYSE:NKE), Adidas, Under Armour e altri produttori di scarpe e abbigliamento sportivo l’incubo 2021 è il Vietnam, il Paese dove nell’ultimo decennio hanno trasferito una fetta importante della produzione. Dopo avere resistito bene nel 2020 alla prima ondata del Covid, il Vietnam è stato travolto quest’anno dai contagi della variante Delta e il governo è stato costretto a correre ai ripari imponendo un rigido lockdown nelle zone più colpite attorno a Ho Chi Minh City (la ex Saigon), nel Sud del Paese, dove c’è la maggiore concentrazione di siti produttivi. Dopo nove settimane di fabbriche chiuse per lockdown, il riavvio delle attività appare ancora a singhiozzo.

Le restrizioni hanno colpito in maniera particolare le attività più labour-intensive e fra i marchi che accusano le maggiori difficoltà, oltre a Nike, Adidas e Under Armour, figurano anche il produttore di chip Intel (NASDAQ:INTC), Toyota e Ikea.

Come spiega Camilo Lyon, analisti del broker americano Btig specializzato in lifestyle e wellness, la paralisi produttiva in Vietnam rischia di lasciare i principali marchi dello sport e dell’outdoor a corto di scarpe e magliette per le vendite natalizie, con forti rischi di cancellazione per le nuove collezioni della primavera 2022. Quando anche le fabbriche riprendessero a pieno ritmo, il Paese, come spiegava tre giorni fa il Financial Times, appare congestionato con carenza di camionisti e porti ingolfati.

I grandi marchi dell’outdoor: percentuale di produzione in Vietnam