Riscossa cinese. E' vera gloria?

 | 19.02.2019 09:30

Il mercato mantiene il suo tono positivo, giustificabile con le buone notizie che arrivano della Cina, soprattutto sul fronte macro che continuo a ritenere molto più centrale di una negoziazione commerciale abbastanza scontata nell’evitare lo scontro di breve senza poter risolvere il conflitto strutturale. Il quadro che proviene dalla regione asiatica ex-Cina continua ad mostrarsi in realtà barcollante. Gli ottimisti possono sostenere che è un quadro superato con la Cina in stabilizzazione, i pessimistiche i dati di Pechino sono inaffidabili per le distorsioni del calendario cinese o manipolati dalle autorità in questa fase delicata. Staremo a vedere...

Le notizie riguardanti la Cina continuano ad essere centrali per le dinamiche di mercato. In realtà la sua evoluzione macro-economicadovrebbe esserepiù al centro dell’attenzione rispetto alle continue headlines che riguardano la negoziazione commerciale con gli Stati Uniti. Le trattative, dopo gli incontri di Pechino, proseguiranno a Washington nei prossimi giorni in vista della scadenza dell’1 marzo. Su questo fronte non vedo nessun segnale che le cose possano andare diversamente da come sembra probabile da ormai tempo: nessun interesse ad una rottura di questa fase di stallo ‘costruttivo’ (almeno si è fermato il piano inclinato di una continua escalation) ma anche nessuna possibilità che si raggiungano delle soluzioni duraturese non definitive al conflitto ormai apertamente generatosi tra l’assertività tecnologica e militare cinese e lo spazio che gli Stati Uniti sono disposti a concedere a questa avanzata. Per quanto riguarda la congiuntura economica di Pechino, le notizie arrivate negli ultimi giornisono indubbiamente state migliori delle attese. La rilevazione del Total Social Financing (TSF, la misura più completadella creazione creditizia) ha mostrato nel mese di gennaio un‘espansione ai massimi livelli ogni tempo (4.640 bio yuanvs 3.300 bio exp.) con tutte le sue componentiin grado di contribuire (forte crescita dei prestiti bancari, inizio dell’anno spumeggiante per le emissioni obbligazionarie del settore pubblico e privato e una contrazione molto lenta del cosiddetto ‘shadow banking’ che le autorità da anni stanno cercando di riportare sotto controllo). La stessa crescita della base monetaria(M2) ha mostrato cenni di stabilizzazione/ripresa, rilevata a 8.4% (exp. 8.2%). In precedenza aveva sorpreso in positivo anche il dato della bilancia commerciale con una crescita di esportazioni e importazioni molto superiore alle attese. Il polso della crescita cinese è una delle variabili fondamentali da monitorare per un mercato che ha incassato il dividendo del ribaltone (dovish) della Fed ma ha ora un cruciale bisogno di essere rassicurato sullo stato di salute dell’economia globale. È quindi comprensibile che la borse (anche e soprattutto l’azionario cinese, tornato ai massimi degli ultimi 6 mesi) abbiano continuato i loro progressi alla luce di queste notizie positive. Ci sono due caveat (che sono sempre più frequenti quando si parla di economia cinese) nell’analisi di questi dati positivi: a) che siano stati ‘massaggiati’ ad-hoc per presentare un quadro più positivo possibile dell’economia in questa fase di negoziati con gli Stati Uniti particolarmente delicata e con la delegazione US ospite a Pechino; b) che le distorsioni dovute al capodanno cinese, arrivato in anticipo con il suo ciclo lunare rispetto al 2018, abbiano pesato in maniera rilevante e verranno compensate il mese prossimo. Il fatto che i dati provenienti da economie che fanno parte del network produttivo-distributivo asiatico (Corea del Sud, Taiwan, Singapore) abbiano continuato a fornire un quadro di preoccupante contrazione, per quanto riguarda soprattutto l’attività di import-export, non può lasciare tranquilli anche se potrebbe rappresentare l’onda lunga di difficoltà ormai passate e ora in fase di stabilizzazione/miglioramento, se i dati cinesi avranno conferme nelle prossime settimane.

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