Russia: la ripresa del petrolio non basta

 | 24.10.2016 09:31

Il rialzo dei prezzi del Petrolio Greggio (da $30 a $50 dollari a barile) ha certamente aiutato la Russia, ma non risolve tutti i problemi del paese.

Gli ultimi dati economici non sono di certo esaltanti. Il tasso di disoccupazione resta invariato al 5.2%, e l'inflazione è in calo al 4.2% su base annuale.

Le vendite al dettaglio rappresentano un fattore di preoccupazione (-1.4% a Settembre, sui livelli di inizio 2015).

I consumi sono a rischio, come mostrato dal forte calo dei redditi reali nel mese di Agosto (-8.3% su base annuale).

L'inflazione sta danneggiando la classe media, e l'impatto sulle vendite al dettaglio è ben visibile.

Anche gli altri dati, come la produzione industriale, sono in diminuzione (-0.8% annuale), neutralizzando la crescita partita nella seconda parte dello scorso anno.

Gli obiettivi della banca centrale sono ben lontani dall'essere raggiunti, e un taglio dei tassi appare complicato a causa dei rischi legati all'inflazione. Il prossimo meeting della banca centrale si terrà il 28 Ottobre, e riteniamo che il tasso di riferimento dovrebbe rimanere invariato al 10%.

Al momento, la CBR (Central Bank of Russia) continua a comprare oro, proseguendo il processo di de-dollarizzazione.

Nel 2015, la Russia ha acquistato 208 tonnellate di oro, dopo le 172 tonnellate dell'anno precedente. Quest'anno l'obiettivo è superare nuovamente quota 200.

Il futuro di medio termine appare molto incerto per la Russia, per cui USDRUB potrebbe riprendere a salire durante gli ultimi mesi dell'anno.