Sanità, energia e industria: azioni di qualità che faranno bene nei prossimi anni

 | 19.02.2024 09:28

Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista (K. Boulding).


Nessun dato significato in uscita fino a giovedì, dove alle 10:00 ci sarà la seconda lettura dell’inflazione dell’Italia YoY di gennaio (stima 0,8% contro 0,6% di dicembre) e alle 11:00 quella dell’Europa sempre di gennaio (stima 2,8% contro 2,9% di dicembre).  Venerdì alle 8:00 è la volta del PIL del 4Q23 della Germania (stima -0,3% contro -0,1% del 3Q23), che dovrebbe sancire l’entrata in recessione.
 
I mercati e gli investitori stanno cercando di capire se il rialzo dell’inflazione USA è stato un evento una tantum o l'inizio di un trend, caratterizzato da pressioni inflazionistiche in ripresa.
 
Oltre al dato di inflazione, al momento sono sempre di più gli indicatori potenzialmente ribassisti per le azioni, tra cui il recente aumento dei prezzi del greggio e gli elevati rendimenti dei titoli del Tesoro a breve termine. La scorsa settimana il rendimento a 2 anni dei fed funds ha toccato il massimo delle ultime otto settimane intorno al 4,67%, suggerendo che i trader vedono ormai poche possibilità di tagli dei tassi a breve.
 
L’ultimo rapporto sull'indice dei prezzi al consumo ha scosso gli investitori che nell'ultimo anno hanno visto i principali dati sull'inflazione diminuire costantemente, rafforzando la fiducia che gli aggressivi rialzi dei tassi della Fed, lanciati quasi due anni fa, stessero con successo tenendo sotto controllo le pressioni sui prezzi.
 
Il rally azionario dello scorso anno, che si è protratto fino al 2024, è stato in parte basato sulla convinzione che con l’inflazione apparentemente in calo più vicino all’obiettivo a lungo termine del 2%, la Fed fosse vicina a un pivot politico che avrebbe comportato diversi tagli dei tassi quest'anno.
 
Ma il rapporto CPI, combinato con un forte rapporto sull’occupazione di gennaio, ha spinto gli investitori a ridurre drasticamente le aspettative di taglio dei tassi. Gli indicatori di mercato suggeriscono che un primo taglio della Fed potrebbe avvenire non prima di giugno. All'inizio dell'anno, invece, i trader puntavano su un taglio a marzo con quote relativamente alte.
 
Due settimane fa, Powell ha affermato che la banca centrale aveva bisogno di ulteriori prove del fatto che l’inflazione fosse su un percorso chiaro verso l’obiettivo del 2%, prima di tagliare i tassi. Secondo i dati del FedWatch Tool del CME, i trader valutano ora una probabilità di quasi il 90% che i tassi rimarranno invariati al 5,25-5,5% dopo la riunione del FOMC di marzo e al 62% che il tasso dei fondi federali rimanga invariato dopo la riunione del FOMC di maggio (era il 36% una settimana fa).
 
Il rapporto sulle vendite al dettaglio di gennaio, che hanno fatto registrare una flessione dello 0,8% dal +0,4% di dicembre, evidenziano che i consumatori stanno gradualmente contraendo le spese. Considerata la composizione della domanda aggregata USA, la riduzione della spesa dei consumatori è attesa raffreddate la crescita economica nei prossimi trimestri.
 
Chi ci segue, sa che siamo orientati verso quelle classi di asset e sottosettori che la nostra analisi suggeriva offrissero flussi di cassa affidabili e un rischio percepito inferiore. Abbiamo utilizzato spesso il termine “qualità” per descrivere in generale le caratteristiche che abbiamo ricercato per la maggior parte delle nostre preferenze di portafoglio. Ai fini delle esposizioni azionarie, la qualità, mira anche alla coerenza della crescita degli utili, ai bassi livelli di debito e ai bilanci solidi.
 
Da un rapido confronto tra la performance dell'indice S&P 500 e quella delle classi di attività azionarie di qualità inferiore come le small cap (secondo l'indice Russell 2000) e i mercati emergenti (secondo l'indice MSCI Emerging Markets) nel corso degli ultimi 12 mesi, notiamo come i rendimenti mostrino una differenza drammatica: l’S&P 500 ha registrato un rally del 22,9%, mentre il Russell 2000 ha guadagnato il 6,7% e l'indice MSCI Emerging Markets è sceso del 2,8% (questi rendimenti escludono i dividendi). L'S&P 500 ha stabilito nuovi massimi record, ma gli altri due indici sono molto al di sotto dei loro massimi. Gli asset azionari di qualità tendono ad attirare l’attenzione degli investitori durante i periodi di incertezza a causa della loro affidabilità e durabilità percepite.
 
Quindi, che cosa significa questo per le azioni?. A nostro avviso, le azioni USA non sono particolarmente economiche, ma bisogna rispettare lo slancio che ha portato l’S&P 500 a toccare i massimi. La classe di attività e il settore azionario che hanno portato la corsa ai massimi storici, le azioni a grande capitalizzazione e il settore IT, sono tra quelli che consideriamo sicuramente tra gli asset azionari di massima qualità da possedere nel contesto attuale.
 
Ma non a tutti i prezzi. Il settore tecnologico appare infatti significativamente sopravvalutato rispetto alla sua media storica e continuiamo a preferire una riduzione del loro peso nei portafogli. Oggi intravediamo dei rischi nell’acquistare molte di queste azioni ad alto valore poiché le prospettive a lungo termine e le tabelle di marcia verso la redditività rimangono poco chiare.
 
Ci concentriamo invece su settori che presentano caratteristiche di qualità a lungo termine come sanità, industria, materiali ed energia. Questi settori sembrano rappresentare oggi un valore migliore rispetto alla tecnologia e dovrebbero anche fornire i beni e i servizi chiave che saranno necessari per ricostruire e sviluppare parti dell’economia che saranno necessarie nel prossimo decennio. Il tutto continuando ad enfatizzare la qualità nelle nostre preferenze.
 
 
 
 
 
 
 

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