Investing.com | 17.02.2023 08:08
Tutti vogliono fare soldi sui mercati, poi c'è chi mente.
Ma chi sa come farli? In particolare, sapete cosa da un vantaggio su tutti gli altri?
Si leggono e leggiamo molti libri e analisi ogni giorno, credo che chiunque si sia posto queste domande almeno una volta.
Se per un attimo ci fermiamo a pensare cosa ci hanno lasciato, possiamo sicuramente dire che il contenuto di "alcuni" è molto simile (i messaggi di fondo sono gli stessi) ma cambia il titolo e la forma. E pensate, il successo si trova spesso lì e nell'apertura promettente tipo "chi non vuole sapere come diventare ricco?"
Alla fine, quali nozioni "portiamo a casa" da questi contenuti? Ciò che li accomuna ed ha resistito nel tempo.
- Tassi di interesse alti comportano azionario debole rispetto a quando i tassi sono bassi
- Mantenere bassi i costi e le commissioni che erodono i rendimenti
- Cercare aziende che hanno un "reale valore"
- Non seguire le "mode" (es. meme stock)
- Non farsi prendere dalla FOMO per arricchirsi velocemente.
- Non innamorarsi di un concetto di investimento a tal punto da promuoverlo come un "fanatico religioso"
- Diversificare gli investitmenti, costruire un portafoglio che includa asset non-correlati
- Mantenere un parte del capitale in liquidità
- Non concentrarsi troppo sui risultati a breve termine
- Pensare a lungo termine
- Tenere sotto controllo le emozioni
Ma se in tutti questi decenni i libri e le analisi hanno dato ai lettori questi consigli, perché non siamo tutti milionari?
La risposta è ovvia, "Simple But Not Easy". Ogni bolla è diversa, ma la "punizione" per chi resta intrappolato è sempre "brutalmente" la stessa.
Libri e analisi raccontano tutti semplici verità da applicare ma (ovviamente) nessuno ha la "ricetta" perfetta. Aggiungo, spesso si parla di passato, di rendimenti passati, ed è giusto
farlo ma costruire portafogli sulle performance passate no. Suona sicuramente come un bel trucco lo so, il problema è che prima o poi si impara che il passato non può essere una garanzia assoluta dei risultati futuri.
Applicandolo alla prossima settimana, lunedì ci sarà il "President Day" e statisticamente questa festività consegue una chiusura settimanale negativa. Se consideriamo questo periodo
dal 2000 ad oggi, l'S&P500 ha registrato una perdita media superiore allo 0,24%, ma con il 52% dei rendimenti positivi. Inoltre, l'S&P500 negli ultimi tre anni ha chiuso per 2 volte la settimana del Presidents Day in perdita.
Se vogliamo approfondire, andiamo a confrontare le settimane di cinque giorni con quelle festive (corte). Dal 2000, l'S&P 500 ha registrato una performance positiva media dello 0,38% durante le settimane festive, maggiore di quelle "normali". Inoltre, se prendiamo solo le settimane in cui il lunedì è il giorno di chiusura (come la prossima settimana) queste non superano le performance delle settimane lavorative (di 5 giorni). Quindi la sovraperformance delle settimane con giorno festivo è legata a quelle in cui il venerdì è il giorno di chiusura.
Torniamo a noi...
Dietro i successi ci sono anni di lavoro che danno modo di sviluppare la propria strategia/processo, e quindi la speranza che si intravede al momento della lettura si trasforma in realtà seguendo il mercato più che cercando di batterlo.
Cosa ci dice il mercato adesso?
I dati mostrano che l’inflazione USA è ancora elevata, ciò potrebbe spingere la Fed ad alzare i tassi di interesse più in alto di quanto potessimo prevedere. Infatti su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,5% nel mese di gennaio (registrando nuovi massimi degli ultimi tre mesi) a causa degli elevati costi energetici e degli alloggi. Escludendo cibo ed energia, il core CPI è aumentato dello 0,4% il mese scorso ed anche in questo caso il dato è stato superiore alle attese (i dati degli alloggi e affitti hanno contribuito maggiormente all’aumento mensile e annuale). Nel complesso ciò ha sottolineato una decelerazione molto più lenta rispetto agli ultimi mesi.
Attualmente il mercato sconta un tasso della Fed al 4,75 - 5,00 a marzo (84,9%) ed al 5,00 - 5,25 a maggio (70%)
Inoltre il differenziale tra rendimenti a 10 anni con quelli a 2 anni segna il punto più basso degli ultimi 34 anni, -0,808%.
Recessione che non vediamo?
Intanto un sondaggio della BofA Global Fund Manager ha evidenziato che i "timori" di una possibile recessione stanno svenendo.
Infine, ultimo grafico importante è sul bilancio della Banca Centrale USA (liquidità) a cui andiamo a sottrarre "Liabilities and Capital" (conto operativo del Tesoro degli USA presso la Fed, da dove avvengono tutti gli esborsi del governo USA, vengono depositate alcune ricevute fiscali e viene utilizzato anche per raccogliere fondi dalle vendite di debito del Tesoro) e "Overnight Reverse Repurchase Agreements" (valore dell'importo giornaliero aggregato delle transazioni RRP riportate dalla Fed di NY nell'ambito delle Operazioni temporanee di mercato aperto) e si possono notare gli effetti del QE e poi del QT
Un aumento di liquidità nei prossimi mesi che effetti avrebbe sull'S&P 500?
Dal grafico possiamo vedere come l'aumento di liquidità inevitabilmente porta ad un successivo rialzo dell'azionario e viceversa. Si tratta di correlazione positiva da tenere in
considerazione.
Alla prossima!
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