SITUAZIONE SUI MERCATI DOPO IL DISCORSO DI POWELL

 | 22.05.2023 21:45

 

SITUAZIONE SUI MERCATI DOPO IL DISCORSO DI POWELL: inflazione si, inflazione no; recessione si, recessione no, tetto del debito si, tetto del debito no?!
 
Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha dichiarato venerdì scorso nel suo intervento, che le tensioni nel settore bancario potrebbero significare che i tassi di interesse non dovranno essere così alti per controllare l’inflazione.
Ulteriori punti salienti del suo intervento sono stati che i problemi avuti in questo periodo inerenti le crisi bancarie regionali potrebbero ripercuotersi ancora sull’economia americana ma che le iniziative della Fed hanno mitigato questa crisi e che gli strumenti di stabilità finanziaria adottati hanno dato una mano a stabilizzare la situazione.
Ha aggiunto inoltre che tutto ciò sta portando a condizioni creditizie più restrittive che potrebbero pesare sulla crescita economica, sulle assunzioni e sull’inflazione.
Nulla di quanto i mercati e gli operatori sapessero o avessero già capito quindi i mercati hanno reagito positivamente durante il discorso di Powell anche perché ha riferito inoltre che il tasso ufficiale potrebbe essersi fermato a questo livello attuale e che non è detto che non si ritornerà a tassi di interesse bassi in futuro come già accaduto in tempi non lontani.
Detto ciò, i mercati stanno scontando da qualche tempo la fine del rialzo dei tassi di interesse da parte della fed e non deve impressionare più di tanto che ormai i mercati possano sapere già cosa potrebbero affermare i banchieri centrali soprattutto per quanto riguarda il presidente della fed a meno di proclami diametralmente opposti alla situazione attuale macroeconomica o di politica monetaria.
Di contro penso invece che sia difficile e prematuro affermare che i tassi di interesse inizieranno a diminuire già da questa estate come pensano i mercati finanziari e gli operatori, dal momento che è normale avere un’inflazione che raggiunga un picco ma è anche vero che ciclicamente anche l’inflazione naturalmente ha dei periodi di rallentamento e quindi in un dato periodo di tempo abbia delle oscillazioni al rialzo e al ribasso nelle misurazioni.
Si deve notare anche che a interpretare bene i dati macroeconomici e le condizioni economiche finanziarie dell’anno scorso e di quest’anno si può notare e affermare che. in caso si potesse parlare di recessione tecnica più o meno lieve, questa in America l’hanno avuta lo scorso anno a seguito di un incrocio di vari dati raccolti da vari indicatori in varie fasce temporali come ad esempio: i cambiamenti mensili nell'utilizzo della capacità produttiva, le richieste di disoccupazione, i dati ufficiali della ISM Manufacturing, il livello di fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan e altri parametri.
Inoltre secondo i risultati dell'indagine annuale della Federal Reserve statunitense intitolata "Survey of Household Economics and Decisionmaking", le famiglie hanno riportato un calo del benessere finanziario nel 2022.
Il rapporto mostra che i prezzi più alti hanno influenzato negativamente la maggior parte delle famiglie, un terzo delle famiglie ha citato l'inflazione come la principale sfida finanziaria e il 73% degli intervistati ha affermato di essere andato abbastanza bene finanziariamente nel 2022 contro il 78% nel 2021.
La quota di coloro che affermano di stare peggio è salita al 35%, il più alto da quando la domanda è stata posta per la prima volta nel 2014.
Le risposte alle domande del sondaggio suggeriscono che c'è stata una certa erosione delle riserve finanziarie delle famiglie e ha portato a degli scompensi in varie fasce della popolazione e anche in vari settori dell’economia americana pesando su cittadini e aziende.
Venendo alla situazione attuale cerchiamo di farci un’idea generale dopo quanto visto sui mercati nell’ultimo periodo e in questa prima fase del 2023:
Obbligazionario USA, sia governativo che corporate, dalla seconda metà dello scorso anno erano da acquistare gradualmente e lo sono tuttora visto la profondità del ciclo di rialzo tassi che ha avuto la Fed dando a livello statistico e probabilistico un vantaggio non da poco in termini di rendimento quindi un’occasione ghiotta di acquistarle a prezzi convenienti.
Indici azionari, siamo su resistenze importanti sia in Europa sia in America e tuttora sono in fase di distribuzione con tutte le conseguenze che potrebbero portare nel breve termine ma nel complesso sono meglio posizionati gli indici europei rispetto gli indici americani da una parte per l’aspetto di politica monetaria dall’altro per una visione migliore del quadro di crescita economica nel breve e medio periodo.
Per gli indici americani un avviso lo può dare anche l’indice Move come nel grafico seguente che rappresenta la volatilità nel mercato obbligazionario ed è il corrispondente dell’indice Vix degli azionari