S&P 500: inflazione appiccicosa e aumento dei rendimenti potrebbero mettere alla prova il rally

 | 03.04.2024 12:09

  • I tori dell’azionario potrebbero trovare difficile giustificare l’acquisto di titoli a questi livelli elevati mentre i rendimenti salgono.
  • Il rialzo dei prezzi del petrolio potrebbe costituire un ulteriore rischio per le prospettive di inflazione.
  • L’analisi tecnica dell’S&P 500 mostra una potenziale crepa nel trend bullish ma è necessaria una conferma.
  • Indici come il Dow Jones Industrial Average e l’S&P 500 sono scesi bruscamente dopo aver segnato nuovi massimi storici nel primo giorno di scambi del mese e del trimestre, lunedì. La mini-inversione è arrivata tra i rinnovati timori per l’inflazione e le prese di profitto dopo gli enormi guadagni degli ultimi due trimestri.

    Le speranze che la Fed e altre banche centrali abbassino i tassi di interesse e l’entusiasmo per l’intelligenza artificiale hanno fatto salire l’S&P 500 di circa il 28% dai minimi di ottobre. Dopo una simile mossa, i rischi di una correzione sono alti, soprattutto se si considera che, ad esempio, i prezzi del petrolio sfiorano gli 85 dollari al barile e che i governi affrontano crescenti costi di servizio del debito con l’aumento dei rendimenti, rendendo difficile continuare a prendere in prestito senza far salire i rapporti debito/PIL a livelli allarmanti.

    Finora, nel 2024, gli investitori hanno ignorato questi timori e preoccupazioni per delle valutazioni esagerate. Vediamo se le cose cambieranno all’inizio del Q2 e nel 2024. Gli speculatori bearish hanno ancora bisogno di vedere un segnale di inversione confermata sui grafici, data la forza del rally negli ultimi 5 mesi circa.

    Cosa ha fatto salire di nuovo i rendimenti?

    I rendimenti decennali sono saliti di 10 punti base lunedì, prima di salire ancora nella prima parte della seduta di ieri, con i prezzi del WTI che hanno superato gli 85 dollari al barile. I movimenti di lunedì dei rendimenti sono stati innescati dai dati economici delle maggiori economie mondiali, con i direttori acquisti delle industrie sia cinesi che statunitensi che hanno riportato una crescita dell’attività, oltre le aspettative.

    Tuttavia, anche l’indice PMI manifatturiero dell’ISM ha alimentato i timori per l’inflazione, con il sotto-indice dei prezzi schizzato da 53,3 a 55,8, facendo salire i rendimenti e riducendo le prospettive di aggressivi tagli dei tassi. I dati hanno fatto schizzare materie prime come il greggio, alleviando ulteriormente i timori per la crescita. Oggi, il WTI ha superato gli 85 dollari, alimentando ulteriormente i timori per l’inflazione.

    Cosa aspettarsi questa settimana?

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    Guardando al resto della settimana, sono in programma discorsi dei membri della Federal Reserve e il mercato potrebbe aspettarsi che i dati sulla manifattura di lunedì inducano alla cautela i funzionari circa un sostanziale allentamento della politica. Inoltre, sono attesi numerosi report sull’occupazione, in particolare il dato di venerdì sull’occupazione non agricola e il dato sul tasso di disoccupazione che saranno i punti focali del calendario economico USA .

    Pertanto, gli scambi potrebbero essere volatili questa settimana. Credo che, per i tori del mercato azionario, qualunque segnale di un atterraggio morbido sarà positivo, in quanto manterrebbe viva la prospettiva di un taglio dei tassi a giugno. Gli orsi vorranno vedere ulteriori prove di un’inflazione appiccicosa.

    S&P 500: analisi e idee di trading

    I titoli azionari sono andati alla grande negli ultimi tre mesi, grazie all’ottimismo per l’IA e alla positività per i potenziali tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, e altre grandi banche centrali, nel corso dell’anno. Da fine ottobre, l’S&P 500 è schizzato di circa il 28%, ma si teme che il mercato sia un po’ esposto a prese di profitto a breve termine.