S&P 500 verso i 3.000?

 | 26.08.2022 17:30

Questo articolo è il primo di una serie di tre nei quali offrirò un’analisi top-down, partendo oggi con l’indice S&P 500. A meno che non ci siano drastici sviluppi sui mercati, analizzerò un sottoindice lunedì e poi un titolo appartenente a questo il giorno dopo.

L’approccio top-down è un processo che permette di trovare il titolo migliore, o in questo caso il peggiore.

L’indice S&P 500 è andato in sell-off questa settimana, tra gli avvertimenti della Federal Reserve che hanno spaventato i tori, convinti che la banca avrebbe cambiato approccio.

Prima, l’indice era schizzato dal minimo del 16 giugno. E a luglio ha registrato la performance migliore dal novembre 2020, con +9,11%.

Compresi i guadagni dal minimo del 16 luglio, l’SPY ETF è balzato del 18,83% dal 16 luglio al massimo del 16 agosto, ad appena l’1,17% da un mercato toro ufficiale. Il rialzo è stato trainato dai tori, con i prezzi del petrolio che hanno registrato il massimo il 14 giugno, corroborando l’idea che l’inflazione stesse raggiungendo un massimo. Inoltre, gli ordinativi alle fabbriche a maggio sono saliti più del previsto e gli utili delle aziende non sono stati così tremendi come si temeva (non necessariamente positivi, ma non così brutti come ci si aspettava).

Allo stesso tempo, gli investitori sembrano ignorare i profit warning delle aziende e la crescita negativa del PIL per due trimestri consecutivi, definizione di recessione.

L’S&P 500 è entrato in un mercato bearish a giugno. Un mercato bearish si ha quando il trend principale è verso il basso e i rally sono solo delle correzioni. Se vi stupisce il fatto che luglio sia stato il mese migliore dell’indice dal novembre 2020, ricordate che ha seguito il suo peggiore semestre dal 1970. Per dare la giusta prospettiva.

Quindi, questo rally è solo un rally orso, o una trappola dei tori, probabilmente alimentato dai trader retail.

A giugno, Societe Generale e Goldman Sachs avevano messo in guardia da ulteriori cali dell’azionario “come nella stagflazione degli anni Settanta”, un’economia afflitta da crescita lenta, disoccupazione alta e prezzi in aumento. SocGen ha avvertito che l’S&P 500 potrebbe crollare di un altro 24% dai minimi di giugno a 3.020, “in linea con i suoi trend storici post-crisi”, basati su 150 anni di storia.

Guardiamo il grafico.