Supply chain, greggio e inflazione sono tutte facce della stessa medaglia

 | 20.01.2022 09:29


Il 2022 è inziato e sta proseguendo, come quello precedente, con la preoccupazione di avere un'inflazione sempre più alta e di conseguenza l'aumento dei prezzi.

"Transitoria" o meno ciò che l'alimenta sono le pressioni sulla catena di approvvigionamento, l'inasprimento della politica, l'aumento dei rendimenti e l'incertezza di un passo falso da parte delle Banche Centrali, infine il Covid che visto da solo sembra essere il "male" minore in questo momento.

Infatti in molte località i passati "lockdown" stanno alimentando le pressioni inflazionistiche perchè molti porti non "funzionano a dovere", vedi quello di Shanghai, Singapore, Tianjin, Ningbo, Guangzhou, Busan, Dalian, Qingdao, Suzhou e Rotterdam (più della metà sono cinesi), recando ulteriori tensioni alle "supply chain" e all'aumento delle materie prime.

Questo colpisce maggiormente l'Europa, più degli Usa, tanto "compatta" (come per i dazi antidumping) quanto fragile. 

Restando in zona euro, ultimamente un ruolo importante lo stanno giocando la Francia e l'Italia per quanto riguarda il nucleare, difatti la chiusura dei reattori in Germania nel 2011 sta tutt'oggi pesando sull'Europa nonostante parte della produzione sia stata compensata con il carbone (44%).

In aggiunta, le piccole imprese e i consumatori stanno riscontrando l'aumento dei costi di trasporto a favore delle grandi compagnie di "cargo globali" che vedono i loro profitti in aumento.

Una grande verità è la necessità di "catene di approvvigionamento" più consistenti. In questi anni è stato sottovalutato per ridurre i costi, con spedizioni "just in time" a basso prezzo da e per tutto il mondo, e delocalizzando molte attività al di fuori dei confini nazionali per aumentare la produttività. Infatti molti prodotti finali, fabbricati da aziende americane, sono spesso assemblati con componenti fabbricati in Asia e in Europa. Aumentando i profitti in tempi "sereni".

Attualmente i tempi medi di spedizione e i prezzi a container sono raddoppiati.

Si prevede che i costi per le spedizioni marittime, dalla Spagna allo Sri Lanka, rimarranno elevati anche per il 2022. Le tariffe contrattuali tra clienti e cargo sono previste in aumento del 200% (il trasporto marittimo di merci ha ottenuto profitti record, arrivando a 150 miliardi di dollari nel 2021). Le grandi società come Walmart, hanno la "forza" di poter negoziare condizioni migliori e di assorbire la spesa in eccesso ma i più "piccoli" che hanno la necessità di trasportare un pò di "tutto", dall'elettronica ai cereali, non riusciranno ad attutire a lungo i costi.