Tassi in aumento e Mercati in ribasso: un breve outlook

 | 16.06.2022 12:34

In un mio vecchio intervento, ben prima del lockdown globale e del conflitto in Europa, avevo presentato un modello ciclico sulla curva dei rendimenti obbligazionari, dimostrando che era in atto la formazione di un minimo strutturale che avrebbe portato "una nuova era sull’asset delle obbligazioni", per questo motivo ciò che sta accadendo (almeno per me) non rappresenta una grande sorpresa. Ovviamente, all'epoca, non avrei mai potuto immaginare la strada che la storia avrebbe intrapreso per giungere fin lì.

Cosa sta accadendo?

Nello specifico che cosa succede? Cosa muove i rendimenti verso l’alto ed i mercati azionari verso il basso? L’inflazione probabilmente è il driver principale della questione. Ben prima che le Banche Centrali muovessero i primi passi verso una stretta monetaria, i tassi hanno lentamente rialzato la testa scontando in primis le problematiche legate al covid-19 (compresa la massiccia immissione di liquidità per sostenere l’economia durante il lockdown) e successivamente le conseguenze della guerra in Ucraina.
 
Questi due macro-eventi hanno dato un enorme contributo al divampare dell’inflazione che oggi scuote tutti i mercati indistintamente.
 
Da un lato i mercati azionari vedono gli utili diminuire a causa di prospettive sulle vendite in calo, d’altronde, i consumatori alle prese con i rincari su beni di prima necessità, come cibo ed energia hanno meno risparmi da utilizzare (contribuendo alla contrazione dei ricavi aziendali, soprattutto per i settori ciclici).
 
Le obbligazioni d’altro canto, nel tentativo di riempire il gap con il carovita corrono al rialzo, ma in parte sono ancora frenati dalla scia lasciata dalle politiche "accomodanti" delle banche centrali che (non a caso) pur riconoscendo l’inflazione, non più come un fenomeno transitorio, ma persistente, hanno scelto la via della prudenza.

Perché? Probabilmente non vogliono creare un surriscaldamento dell’economia che vedrebbe i listini azionari crollare a picco e si guardano bene dall’aumentare ulteriormente il debito degli Stati, specialmente (nel caso della BCE) per le economie con un rapporto debito/pil elevato (Grecia ed Italia per prime).
 
Cosa è lecito aspettarsi?

Un quadro incerto ed instabile, ma niente che non sia già accaduto in passato. Che piaccia o meno i mercati si sono sempre scontrati con problemi (più o meno gravi) generati dall’ uomo stesso (che è parte stessa dei mercati). Per fortuna, l’economia ha sempre dimostrato una grande forza e bontà d’animo.
 
Se guardiamo alla storia, tutti gli errori commessi sono sempre stati "perdonati" ed i mercati hanno sempre trovato l'energia di andare avanti, generando nuovi equilibri e conseguendo nuove vette.
 
In questo momento però, siamo nel guado di un fiume in piena, possiamo attraversarlo, ma dobbiamo restare saldi alla strategia ed evitare che la corrente (le emozioni) ci trascinino via. Resto del parere che nei prossimi mesi, qualsiasi cosa accadrà, porterà una distinzione netta tra investitori pazienti e "appassionati", perché quando la speculazione sarà terminata, resterà solo la paura degli sprovveduti e l'avidità dei più lungimiranti. Mi riservo la facoltà di appartenere ai secondi.
 
La volatilità sui mercati azionari è ancora piuttosto elevata ed è possibile assistere ad ulteriori ribassi soprattutto con l’avvento della stagionalità (il famoso sell in may) che pur non essendo un principio invalicabile è una ciclicità ricorrente (quasi sempre) con una buona statistica alle spalle.
 
I tassi continueranno (tra alti e bassi) ha generare una tendenza rialzista riportando alla veglia un equilibrio di lungo termine sopito da tempo. Questa spinta sarà, molto probabilmente, fomentata dalle banche centrali stesse (seppur con parsimonia). Molto probabilmente, ancora per un po’, i protagonisti indiscussi saranno le materie prime ed i metalli preziosi che beneficeranno dell’incertezza che aleggia sull’economia e dell’inflazione galoppante.

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