Tesla, la fine dei ribassisti manda in estasi Elon Musk

 | 06.10.2021 11:34

I dati di S3 Partners e di IHS Markit certificano la riduzione delle posizioni short al minimo storico. Sorpresa positiva dai dati di vendita del terzo trimestre, superiori a tutte le attese.


Dal minimo di marzo a oggi il titolo ha guadagnato il 39%.
Più della gara con Jeff Bezos per chi porta più in alto i turisti nello spazio, più della competizione con Ford su chi costruisce il pick-up elettrico più potente, il confronto cui Elon Musk teneva di più si sta risolvendo in maniera a lui favorevole. E’ la lotta quotidiana a Wall Street con gli investitori che vanno short su Tesla (NASDAQ:TSLA).

Negli ultimi anni l’azienda californiana leader delle auto elettriche è stato il bersaglio preferito di chi punta sul ribasso di un titolo. Nel 2019 il valore delle posizioni short su Tesla è arrivato a superare il 25% del capitale. Sembrava un modo logico e relativamente facile di fare soldi: puntare sulla discesa di un titolo che sulla base dei fondamentali appariva tremendamente sopravvalutato. E invece lo short su Tesla si è rivelato nel 2020 uno dei peggiori investimenti in assoluto, visto che l’anno scorso il titolo è salito del 700%. Secondo i calcoli della società di ricerca S3 Partners, l’insieme degli investitori che hanno scommesso contro Tesla hanno accumulato nel 2020 perdite mark to market di 40,1 miliardi di dollari.

La brusca discesa del titolo a marzo di quest’anno ha ridato coraggio a qualche incauto ribassista, che oggi si sta leccando le ferite. Non solo dal minimo di marzo l’azione Tesla ha guadagnato il 39%, ma anche i risultati di vendita annunciati due giorni fa, superiori alle più rosee previsioni degli analisti, hanno definitivamente schiacciato ogni speranza short.La corsa alle ricoperture è stata massiccia, come dimostra il grafico di Bloomberg che riportiamo qui sotto che mette in relazione l’andamento del titolo con la percentuale di azioni impegnate in prestiti ai ribassisti.