Tether è morto, Evviva Tether!

 | 26.10.2018 10:15

Dopo gli eventi degli ultimi 10 giorni, è arrivato il momento di tirare le somme del “tether affaire” e analizzare a bocce ferme quanto accaduto.


Nelle ultime settimane molti traders hanno preferito convergere sulle stablecoins di recente emissione (GUDS, PAX e USDC) e questo si evince dai dati sugli scambi nei vari exchange dove le nuove stablecoins vengono listate su cross USDT (questo per dare l’opportunità al mercato di stabilire quale sia più affidabile).


Dopo il dump di tether del 15 ottobre e il conseguente spread tra gli exchange Fiat (MI:FCHA) to Crypto (dove si trovano le quotazioni in dollari) e le piattaforme Crypto to Crypto (dove la maggior parte dei cross sono in moneta USDT), quest’ultima ha subito un calo significativo della capitalizzazione, scendendo a circa $ 1.9 miliardi.


E’ interessante notare come, dopo che molte persone hanno cercato di sbarazzarsi dei propri USDT accettando incredibilmente minimi di $ 0,92 (in sostanza arrivando a perdere fino a un ricco 8%), la situazione si è velocemente normalizzata grazie alla rapida risoluzione delle problematiche di Bitfinex, afferenti i depositi in monete fiat e l’annuncio della partnership con una banca delle Bahamas; infatti attualmente Tether è scambiata con uno “sconto” che oscilla tra l’1 e il 2%.

TETHER "RICOMPRA" USDT

In tale ambito, già dal 10 ottobre (quindi prima del dump) Tether ha iniziato a ritirare progressivamente dalla circolazione 600 milioni di pezzi inviandoli alla propria tesoreria, molto probabilmente facendo essa stessa arbitraggio (in pratica acquistando USDT dal mercato a sconto e accreditandosi un “controvalore futuro” di $ 1.