Titoli azionari, dollaro e oro oscillano. Manca catalizzatore dopo dati NFP deboli

 | 06.09.2021 10:24

  • Gli analisti discutono della direzione dei titoli azionari mentre agli investitori manca qualcosa su cui concentrarsi
  • Il reflation trade inverte la rotta, supportando l’idea che gli investitori continuano a focalizzarsi sullo stimolo
  • Gli investitori diventeranno prudenti sulla scia dei dati deludenti sull’occupazione ad agosto, anche se i titoli azionari hanno raggiunto, o oscillano vicino ai massimi quasi storici, o spingeranno ancora di più i titoli azionari, focalizzandosi sulla prospettiva di forti profitti aziendali da qui in avanti?

    Sebbene ci aspettiamo che i titoli azionari oscillino sul breve termine mentre i mercati aspettano un altro chiaro catalizzatore, dopo che si sarà posato il polverone secondo noi gli investitori non si concentreranno né sulle valutazioni schiumose e né sui risultati aziendali.

    Restiamo dell’idea che avevamo prima dei dati NFP di venerdì: è più probabile che gli investitori saranno rialzisti proprio per via del report sull’occupazione debole. Abbiamo spesso notato che i titoli azionari vanno in sell-off nonostante i dati economici in miglioramento, nei timori di una fine dello stimolo più rapida, mentre dei dati deboli vengono accolti con dei rally, sull’idea che dei dati negativi contribuiranno a prolungare il supporto governativo e della banca centrale.

    Visto che in passato è andata così, ha senso pensare che sarà lo stesso anche stavolta, pochi giorni dopo il simposio di Jackson Hole durante il quale il Presidente della Fed Jerome Powell ha parlato di un inasprimento della politica monetaria sulla scia di un miglioramento del mercato del lavoro.

    Regna l’indecisione, atteso nuovo catalizzatore

    Venerdì, i trader del mercato azionario sembravano indecisi. Con gli analisti di Wall Street che avvertono che i compratori cominceranno a chiedersi se valga la pena scommettere sulle valutazioni più costose della storia, le previsioni di un maggiore rialzismo dopo una stagione degli utili forte e la nostra idea che probabilmente vedremo ulteriori guadagni col mercato che riuscirà ad evitare un altro sell-off di panico nella prospettiva di una liquidità ridotta, gli investitori prendono tempo. L’indice S&P 500 ha chiuso la settimana invariato.

    Tuttavia, guardando più a fondo, diventa evidente che ci sono grosse differenze nella performance dei settori. Il settore tech ha registrato una performance superiore venerdì, con +0,4%, al contrario di utenze (-0,8%) e titoli value, comemateriali (-0,7%), finanziari, industriali ed energetici (tutti -0,6%).

    In altre parole, i trader sono nuovamente passati dai settori value ai titoli growth tecnologici. Lo stesso paradigma si nota anche negli indici. L’indice NASDAQ 100, legato al settore tech, ha avuto una performance superiore, con +0,4% (così come il settore tech SPX), seguito dal NASDAQ Composite con +0,2%... gli unici due riferimenti in verde venerdì.

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    Dalla parte opposta del Reflation Trade, l’indice Russell 2000, il più sensibile alla ripresa economica, scende dello 0,5%, ed il Dow Jones Industrial Average, le cui società blue-chip comprendono un’ampia gamma di titoli value, si piazza al secondo posto in termini di performance peggiore, con un calo dello 0,2%.

    Pensiamo che questo pattern supporti la nostra tesi: i trader si aspettano un’economia in indebolimento e di conseguenza stanno tornando sui titoli che vanno meglio durante una contrazione.

    I rendimenti, compresi quelli dei Treasury a 10 anni, di riferimento, sono balzati venerdì, probabilmente perché gli investitori si sono allontanati dalla sicurezza dei bond sovrani USA per concentrarsi sugli asset legati al rischio, come i titoli azionari, sulla scia del rinvio della tempistica di una riduzione dello stimolo.