Titoli russi "Junk" e petrolio alle stelle, è l'inizio della fine per l'economia?

 | 07.03.2022 08:35


La situazione Russia-Ucraina risulta ogni giorno più complessa.

Speravamo che quello che sta capitando in Ucraina appartenesse al "passato" dando per scontato il valore della "libertà" in un'Europa ancora in cerca della sua "identità". E alla fine si sa, a malincuore, che a pagare sarà la Gente Semplice (su tutti i fronti).

Come sempre, cerchiamo di filtrare ed analizzare le notizie.

Gli "interventi militari" hanno sempre o in parte una radice "economica" che in questo caso si può identificare nel frumento e nei giacimenti minerali di palladio e platino in Ucraina.

Dopo il Covid, la crisi Ucraina che porta in grembo la dipendenza energetica europea, rappresenta la "seconda" paura più grande (in pochi anni) che spinge migliaia di persone ad "accumulare" scorte. Un ulteriore spinta anomala al rialzo dei prezzi. Dovuto anche, e quasi mai detto, alla delocalizzazione secondo il principio "produco dove costa meno".


Ma nel frattempo Putin si è preparato cercando di rendere la propria economia autarchica cioè politiche fiscali e monetarie volte a "ridurre" la dipendenza dal dollaro e dai capitali occidentali. La mossa è spesso "passata" per l'oro, il cui valore supera i 128,5 miliardi di dollari e per lo yuan cinese.