Tragedia euro: vantaggi e disintegrazione

 | 19.04.2017 15:58


Buonasera ai Lettori di Investing.com,

l’euro è una moneta o una dittatura di burocrati incapaci al soldo dei poteri finanziari e politici?

La moneta non può prescindere dal governo dei vari Stati, quindi è obbligatorio fare un’analisi congiunta con gli occhiali di Trilussa e della famosa media sui polli mangiati.

1) Dal 1998 al 2008 il Pil medio europeo è stato registrato nel range 0-1,5%; dopo lo scivolone a -3% del 2009 il range nel periodo 2010-1016 è stato -0,5%/-1%
2) Il cambio euro-dollaro dal 1998 al 2008 si è mosso nel range 0,82-1,60 mentre nel periodo 2010-2016 il range è stato di 1,51-1,036
3) Il rapporto Debito/Pil registrato nel 1998-1008 è compreso nel range 65%-73% molto stabile, dal 2008 al 2016 si è passati velocemente dal 70% al 92% circa

A) I numeri aggregati e medi. L’Europa ha registrato una crescita modesta sin dal 1998 e l’andamento del cambio, in termini di risultato di Pil annuo, è stato irrilevante. Dal 2008, con la crisi finanziari dei derivati scaturita con Lehman Brothers e successiva crisi Greca del 2010 e del credito bancario europeo in generale, si assiste ad un minimo del Pil del -3% per poi tornare su livelli di crescita nel range -0,5% - +1% ma con un indebitamento medio esploso dal minimo del 65% (2007) al massimo di 92% (2014). Se paragoniamo l’Europa ad una azienda vediamo che il tasso di crescita del Pil (Roi) è basso ed inferiore al costo medio dell’indebitamento (Wacc) quindi il debito totale cresce più velocemente della ricchezza creata, il tutto anche grazie e soprattutto all’aiuto della Bce con i vari interventi che hanno consentito agli Stati di indebitarsi a tassi più bassi e favorevoli.

B) I numeri dei singoli Paesi. I vantaggi della stabilità dei tassi e la seppur parziale protezione da gravi crisi internazionali come quella greca del 2010 hanno come contraltare un aumento repentino del rapporto Debito/Pil e una eterogeneità dei dati macroeconomici per i singoli paesi con fasce geografiche omogenee ben definite (PIIGS, Germania/Nord Europa, Est Europa) anche se non tutti i paesi hanno adottato la moneta unica e questo è forse un grande vantaggio oggi. L’Europa invece di integrare ha disintegrato i singoli Stati non riuscendo a raggiungere l’integrità fiscale e la solidarietà/collaborazione tra i popoli. C’è un veloce allontanamento tra paesi dell’Europa più forti economicamente e quelli più deboli

L’andamento del prezzo di una moneta è il risultato di mercato dei comportamenti umani, di un’Europa troppo Germanocentrica negli obiettivi e nei target. Come uscirne? Ci vogliono soluzioni coraggiose ed innovative, alla Napoleon Hill lo scrittore di “Tink and Grow Rich”, padre della Golden Rule “il potere del dare e del fare agli altri ciò che vorresti ricevere” seguendo i principi:

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1) Desiderare

2) Avere Fede

3) Auto-suggestione

4) Conoscenza

5) Immaginazione.

I Policy maker europei dovrebbero pensare in questi termini e immedesimarsi nei “paesi partners” per capire le esigenze e cercare di aiutarsi, secondo il principio di solidarietà alla base della Carta Europea che oggi sembra essere osteggiato, Le Pen ne sarebbe una conferma.

Ai posteri l’ardua sentenza