Transizione energetica? I titoli italiani su cui puntare con il rialzo del greggio

 | 21.06.2021 23:24

Il petrolio è tornato in auge. 


Spinto dal rialzo dei consumi di energia soprattutto in America e in Cina e dal ritorno alla normalità tanto sperata ed agognata, il prezzo del barile è tornato ai livelli pre-covid. Secondo il rapporto dall’Agenzia internazionale dell’energia e dell'Opec, la domanda globale di greggio arriverà a 100 milioni di barili al giorno entro quest'anno.


Le riunioni dell'Opec (aprile e giugno) hanno influito notevolmente su questo balzo. Infatti, i produttori hanno deciso di aumentare "step by step" la produzione in base all'offerta, fino a luglio. Prevedendo un ritorno sul mercato di circa 2,1 milioni di barili al giorno. Da allora il petrolio ha registrato un rialzo del 44% portando con se l'incubo dell'inflazione. Con la strategia messa in atto, gli esperti del settore, prevedono un ritorno della domanda ai massimi livelli entro il 2022.


Crude Oil Inventories dell'Energy Information Administration (EIA) ha misurano una forte diminuzione settimanale dei barili del greggio, detenuto in giacenza dalle aziende statunitensi (Il livello delle giacenze influenza l'inflazione), circa 7,4 milioni. Come abbiamo ribadito pocansi, questo è dovuto alla ripresa del lavoro e alla normalità. I futures sul Brent sono lanciati verso i 75$ toccando da subito i massimi di aprile cioè quota 74,70$ per poi essere scambiato a 74$ mentre i futures sul greggio Wti corrono verso i 74$ superando i massimi di ottobre 2018 (72,80$).


I mercati petroliferi stanno osservando da vicino anche la situazione "Iran". I colloqui sono volti a far rientrare all'interno del Joint Comprehensive Plan of
Action (JCPOA) gli USA che dovranno "necessariamente" revocare le sanzioni sui vari settori economici (banche, spedizioni marittime e petrolio). Questo perchè il petrolio iraniano "temporaneamente" fuori dai giochi "ufficiali" sta contribuendo anch'esso all'aumento del prezzo. E questo ha dei "Pro" ma anche dei "Contro", L'immissione massiccia di petrolio sul mercato farebbe crollare il suo valore. Biden è quindi chiamato a risolvere e a rilanciare l'accordo del 2015, come da lui promesso durante le elezioni, ma dovrà essere ben ponderato e tutto ciò porterà via ancora un bel pò di tempo viste le elezioni (in Iran ovviamente) dove i risultati sanciscono la vittoria di Raisi, estremista e religioso conservatore!


Da non sottovalutare sarà l'intervento del governo Biden nello stabilire nuove linee guida sui permessi di trivellazione. Al momento molte compagnie stanno astenendosi nel farlo, cioè di iniziare nuove trivellazioni per via dell'aria d'incertezza in cui si trovano e questo potrebbe portare nel lungo periodo un pò di instabilità e conseguenze sul prezzo.

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