Triboo, nell’e-commerce vince chi dà potere agli zar dei consumi: gli influencer

 | 25.02.2021 15:45

Triboo (MI:TB) si prepara a cavalcare il megatrend dell’e-commerce con novità tecnologiche e partnership sia con i marchi del settore che con gli influencer di riferimento. In più, qualora se ne presentasse l’opportunità, anche con qualche acquisizione. Proprio di recente, in questo ambito, la società ha rilevato la maggioranza di Innovas, azienda attiva nel settore del social commerce che aveva chiuso il 2020 con ricavi per 3 milioni di euro dopo soli cinque mesi di apertura. 

Il piano industriale incorpora obiettivi di crescita ambiziosi: fatturato al 2022 di 122 milioni di euro. La società quotata sul mercato MTA di Borsa Italiana conta di tagliare il traguardo spingendo sulle sue tre anime: “Il nostro gruppo è composto sostanzialmente da tre aree di business”, racconta a Websim il chief financial officer Matteo Cornelli, “l’ASA e-commerce, settore che agglomera tutti i servizi relativi al commercio elettronico che offriamo ai nostri clienti: dalla creazione e gestione di un sito e-commerce, alla gestione di fatturazione, incassi, trasporti e logistica, fino al customer care. Poi ab-biamo una parte di agenzia digitale e marketing, a cui fanno capo servizi quali il performance marketing, come per esempio campagne social, sms, e-mail marketing, e tutte le attività volte a pianificare in maniera strategica la comunicazione relativa a brand e prodotti. Infine, abbiamo le attività di concessionaria pubblicitaria e di editoria online, sempre più focalizzata su cinque principali aree tematiche verticali: green, finance, automotive, food e woman”. 

Nel mese di marzo il consiglio d’amministrazione esaminerà i conti annuali. I numeri dei primi 6 mesi dell’anno, al netto delle conseguenze pandemiche, vengono ritenuti soddisfacenti dai vertici aziendali. I ricavi si sono attestati a 38 milioni di euro (+1% sull’anno precedente) e un ebitda consolidato di 4,7 milioni rispetto ai 3,5 milioni del primo semestre 2019. A risaltare, com’era lecito aspettarsi, è stata la divisione T-Commerce (facente capo ai servizi legati all’e-commerce) che ha visto una crescita di fatturato del 35 per cento. 

Per quest’ambito, la strategia del gruppo è molto chiara e punta all’inserimento di nuovi partner con brand forti: ne sono un esempio i recenti ingressi nel parco clienti degli store di Chiara e Valentina Ferragni, René Caovilla, Aquazzura e Philipp Plein. “Stiamo lavorando su tutto il mondo degli influencer”, prosegue Cornelli, “perché è un trend che sta prendendo una direzione molto chiara, soprattutto se pensiamo a mercati come l’estremo oriente o gli Stati Uniti, dove settori come moda e cosmetica sono sempre più condizionati da questi soggetti. È un’area sulla quale puntiamo e dove valutiamo possibilità di crescita”. 

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Per gli anni a venire, dunque, Triboo andrà alla ricerca di nuove partnership e guarderà con interesse al di fuori dell’Italia: “Prima della pandemia puntavamo a crescere su alcuni megatrend che riteniamo ancora validi, ovvero l’espansione all’estero, dagli Stati Uniti, a Cina e Russia, Paesi dove abbiamo già una presenza e dove vogliamo accompagnare un numero sempre maggiore di nostri partner aiutandoli a trovare sbocchi su questi mercati dall’enorme potenziale”. 

Il cfo del gruppo, poi, indica gli investimenti in tecnologia come un altro punto importante del piano di sviluppo: “Noi riteniamo di essere avanti sot-to questo punto di vista, perché riusciamo a proporre ai brand servizi su tante piattaforme: da Shopify a Magento fino a Salesforce.com (NYSE:CRM). Operiamo anche su WeChat, cosa che ci permette di mettere sul piatto la capacità di agire nel migliore dei modi anche sul mercato cinese. Tutte caratteristiche che ci differenziano dai nostri competitor e sulle quali continueremo a investire perché ci permettono di fare presa su un mondo, come quello degli influencer, che richiede molto sotto il punto di vista tecnologico”.