Trimestrali e rotazione settoriale, ecco 7 titoli da visionare settimana prossima

 | 29.10.2021 10:47


Se ci guardiamo indietro notiamo che vi sono stati movimenti estremamente violenti in questi mesi, con diversi cicli economici che si susseguono.

Abbiamo assistito alla grande crescita del settore energetico, alla quotazione decisamente e visibilmente più elevata delle growth, le small cap che hanno sovraperformarto con la crescita economica, le materie prime cresciute in modo esponenziale, le criptovalute che hanno portato a profitti altissimi e parallelamente alcune Ipo hanno fatto lo stesso, l'inflazione, i dibattiti sul Tapering e il programma di ridurre del Pepp in maniera significativa fino ad essere completamente tolto nel primo trimestre del prossimo anno (probabilmente) visto anche l'addio del Presidente Weidmann (ma è tutto rimandato a Dicembre), il caso Evergrande ed infine la reflazione e i sentori della stagflazione.


Non possiamo escludere se assisteremo a "rotazioni settoriali" o meno (il mercato prezza e assimila le "dinamiche" in modo più veloce, come ben sapete, prima che la situazione si riflette "concretamente" sull'economia reale).

Nessuna soluzione di riequilibrare il proprio portafoglio è valida "per sempre", in ambito di "Asset allocation" (il processo con il quale si decide in che modo distribuire le risorse, fra diversi possibili settori, considerando il rischio specifico e sistematico) ad esempio nello scorso decennio avere un esposizione sulle materie prime (e non sull'obbligazionario) era da "kamikaze" mentre dal 2020 tenerle in considerazione era "giustificato" viste le tante dinamiche create.

Attualmente ci troviamo su un "percorso" di ritorno alla normalità (tanto atteso) e più nello specifico, in una fase di "transizione" (ricordiamoci sempre che i mercati si sviluppano in un ciclo economico di flessione, recessione, ripresa e successivo boom).


I settori ciclici (o azioni cicliche) sono quelli più sensibili ai cambiamenti economici nel loro complesso, mentre i non ciclici tendono ad essere redditizi indipendentemente dallo stato in cui si trova l’economia (producono i beni e i servizi di cui la società non può fare a meno). Nel contesto attuale potremmo mantenere una preferenza a favore dei titoli ciclici o value, e nel caso della Cina, il capitolo Evergrande può aver aperto delle opportunità da sfruttare evitando i titoli "hyper-growth" che presentano alti rapporti Prezzo/Utili, ovviamente per chi punta a raccogliere i frutti in un esteso lasso di tempo (da tenere in conto che ci si attende un 2022 in crescita).


Analizziamo i titoli più interessanti che si avvicinano agli utili la prossima settimana.

Abbiamo parlato spesso di Enel (MI:ENEI), e i primi sei mesi del 2021 sono stati un pò travagliati vista la chiusura in perdita nel primo trimestre (-6% circa) e con una riduzione dei ricavi del 14% (2,9 milioni) rispetto all'anno precedente dovuto ad un calo della redditività. Ma non solo, il trend negativo non si è fermato ed ha portato ad una grande perdita di valore, è tornato ai minimi di dicembre 2019 e di novembre 2020. Dal mese di giugno ha riacquistato 2.295.365,641 euro di azioni proprie al prezzo medio di 8,0342 euro per un numero complessivo di 285.700 azioni, oggi Enel ne detiene complessivamente 3.600.000 e i cittadini residenti nei Comuni in cui sorgerà Enel Green Power potranno aderire a "Scelta Rinnovabile" per beneficiare di tassi vantaggiosi il proprio investimento nell’impianto solare fotovoltaico (il 5,5% lordo annuo per i residenti dei comuni coinvolti e il 4,5% lordo annuo per i non residenti).

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Nello specifico, per quanto riguarda il secondo trimestre ha visto il titolo riportarsi verso i livelli pre-Covid ma i ricavi sono stati sotto del 10,6% a 29,8 miliardi di euro, l’Ebitda è sceso del 4,9% a 8,36 miliardi di euro, l’Ebit del 3,8% a 4,37 miliardi di euro. Al rialzo dell'11% l’indebitamento finanziario netto di 50 milardi di euro, mentre Enel Green Power ha avuto ricavi del 10% sfiorando i 4 miliardi di euro come quelli di Enel Americas sono in forte crescita per il recupero dei volumi di distribuzione (un utile netto del 39% a 264 milioni di dollari).