Tutta colpa degli algoritmi e delle gestioni passive

 | 17.01.2020 14:56

“Si stava meglio quando si stava peggio” avrebbe detto mio nonno. Quando ho iniziato questo lavoro, 20 anni fa, era tutto differente. Al centro del mercato c’erano le persone, i loro pensieri, le loro emozioni. Da soli pochi anni la borsa in italia era diventata elettronica, i vecchi trader alle grida non erano a loro agio a lavorare con i PC… se gridavano… nessuno li ascoltava!

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L’attività di gestione era svolta dai gestori che si vantavano di “saper leggere i bilanci”. Erano visti come dei guru in grado di poter scegliere il miglior titolo all’interno di ciascun settore grazie alla lettura attenta delle trimestrali e delle relazioni ai bilanci.

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Ma poi, nel tempo, tutto è cambiato. Sono arrivate le “gestioni passive”, sono stati introdotti gli “ETF” e l’uso della matematica, degli algoritmi, dei modelli statistici di elaborazione di dati è diventato sempre piu’ diffuso.

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Le persone, le loro emozioni i loro pensieri hanno finito per contare sempre meno.

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Il senso di questa riflessione va oltre la nostalgia del momento. Essa evidenzia un cambio del driver dei mercati e dell’approccio che dobbiamo seguire ogni giorno. In un mercato guidato da persone era importante comprendere come ragionavano le persone, come leggevano i dati macro e le interpretazioni che essi o i media davano alle varie notizie. 10 anni fa era molto importante guardare la CNBC, da essa si captavano notizie, emozioni, sentiment e driver.

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Ora non è più cosi. Sono le macchine a decidere. Le macchine non hanno emozioni, non guardano la CNBC, non scambiano opinioni con altre macchine. Esse si limitano a leggere i dati e le notizie e ad applicare in modo freddo l’algoritmo con cui sono gestite.

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E cosi’ diventa indispensabile comprendere quali sono i driver delle macchine per poter capire quali siano i driver dei mercati. Allo stesso tempo, è necessario ammettere che alcuni indicatori che guardavamo anni fa ormai non hanno piu’ lo stesso significato.

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E poi c’e’ la questione delle gestioni passive, degli ETF, strumento che per sua natura appiattisce i mercati, riduce l’efficacia delle stock picking e fa “di tutta l’ erba un fascio”. Quanto piu’ l’uso degli ETF diventa diffuso, tanto piu’ la salita o la discesa dei titoli dipende sempre piu’ dalla loro appartenenza o meno ad un ETF chiave e soprattutto dal peso che gli stessi titoli hanno nel basket. Allo stesso tempo, titoli che non fanno parte dei basket continuano a sottoperformare perche’, per loro natura, attraggono fisiologicamente meno flussi: perdono tutti i flussi delle gestioni passive.

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E cosi, negli ultimi anni, l’uso indiscriminato degli ETF (i cui Asset Under Management superano ormai quelli delle gestioni attive!) e degli algoritmi hanno creato un vero e proprio mostro finanziario. Tale mostro e’ la ragione dei rialzi degli ultimi anni, ma ricordiamolo, sara’ anche la ragione dei ribassi quando questi avverranno.

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Ve lo segnalo. La situazione e’ preoccupante. Siamo di fronte ad un mercato azionario americano “overcrowded”, ultra-concentrato ed in mano alle macchine. Questo e’ positivo finche’ gli input che ricevono le macchine sono positivi. Esso diventa un boomerang quando alle macchine arriva il segnale SELL. La differenza tra una macchina ed una persona e’ che la persona prima di vendere riflette, la macchina NO. Teniamone conto.

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Dicevo, che il mercato e’ overcrowded, cioe’ sono tutti sovra esposti. Ce lo dice chiaramente un report di Deutche Bank che mostra chiaramente che solo nel 4% dei casi statistici della storia il posizionamento in azioni e’ stato piu’ estremo di quello attuale. Detto diversamente, il mercato e’ ultra-esposto sulle azioni rispetto alle altre asset class.