Pasquale Ferraro | 02.02.2016 10:47
Borsa italiana accelera al ribasso, Ftse Mib -1,3% trascinando anche i titoli del comparto bancario che però, almeno per il momento, a differenza delle precedenti sedute, riescono a contenere i ribassi.
In precedenza, in analoghe occasioni, i titoli del comparto bancario erano i primi a precipitare nel vuoto, facendo registrare pessime performance. Alcuni di questi titoli sono: Ubi Banca (MI:UBI), Unicredit (MI:CRDI) ed Intesa Sanpaolo (MI:ISP).
A livello grafico Intesa Sanpaolo (a differenza degli altri due titoli che analizzeremo ha ceduto solo il 20% negli ultimi 3 mesi, circa la metà) riesce a mantenersi al di sopra del supporto a 2,46 euro, livello fondamentale che dovrà impedire ai corsi di andare a rivedere quota 2,34 euro (primo obiettivo).
Nelle ultime sedute gli occhi sono puntati su istituti bancari a caccia di partner, ma non è il caso di Intesa Sanpaolo che per il momento non è intenzionata ad acquisizioni in Italia, probabilmente all’estero ma in futuro. In casa Intesa i riflettori sono puntati sulla prossima assemblea, nella quale ci sarà l’addio di Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di dell’istituto bancario. Tra i possibili candidati alla successione, Gian Maria Gros-Pietro, attuale presidente del consiglio di gestione.
Su Ubi Banca (-37% negli ultimi sei mesi) si attendono sviluppi sulla vicenda Mps. Il gruppo bancario italiano vuole garanzie per acconsentire a un’aggregazione con la banca senese. Il punto centrale sono i crediti deteriorati che UBI vorrebbe fossero scorporati in un bad bank. Per quanto riguarda lo scenario grafico del titolo, se i corsi dovessero stazionare al di sotto di quota 4,28 euro, potremmo assistere nelle prossime sedute ad ulteriori ribassi anche fino a quota 3,88 euro.
Unicredit (-40% negli ultimi 3 mesi) cerca di aggrapparsi al sostegno in area 3,48 euro ed evitare così nuovi affondi che potrebbero proiettare i corsi in area 3,30 euro. E’ fondamentale che l’azione si mantenga al di sopra di 3,53 euro, livello su cui i corsi cercheranno di costruire una base da cui ripartire.
Lo scenario resta comunque incerto, non mancano elementi di rischio, rappresentati dal pericolo di una forte contrazione dell’economia cinese e dal crollo dei prezzi delle materie prime.
Da considerare inoltre le tornate elettorali in agenda in Europa che potrebbero comportare un allargamento dello spread fra le obbligazioni societarie europee e quelle statunitensi. Infine, un’escalation delle tensioni geopolitiche.
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