Un ribassista (USD) stupito dalla debolezza del dollaro...

 | 21.09.2018 19:15

Venerdì 21 Settembre

 Siamo in una fase movimentata, anche dal consueto affollamento di headlines ‘politiche’ di varia natura (Italia, Brexit, Trade War), in cui una price-action non banale ci sta presentando evoluzioni di difficile interpretazione. L’azionario sta mostrando un’inattesa (alla luce dell’ultima tornata di dazi annunciati da Trump) forza, peraltro non più limitata a Wall Street. I rendimenti US continuano a salire anche quando le curve europee, è il caso di ieri, restano ostaggio delle evoluzioni politiche del Vecchio Continente, facendo aumentare i differenziali di rendimento tra le due sponde dell’Atlantico. Il dollaro, dal canto suo, sembra essere tornato in una fase di insensibilità ai differenziali di tasso mostrando una significativa debolezza che sta concedendo a molte valute emergenti una finestra di visibile recupero.

 La forza dell’azionario. Ieri Wall Street, dopo una giornata di robusti rialzi (S&P 500 +0.8%, Nasdaq +1.0%), ci ha regalato chiusure record per S&P 500 (2935 vs 2931, superati i livelli di fine agosto) e Dow Jones (che ancora non era riuscito a ritoccare i massimi di gennaio), mentre la sotto-performance emersa recentemente nel settore tech e delle mid-cap ha lasciato traccia nella (modesta, un centinaio di punti nel caso del Nasdaq Composite) distanza che ancora separa Nasdaq e Russell 2000 dai loro massimi all-time (29 agosto). La forza del mercato è stata in qualche modo sottolineata nella quasi prepotente contro-rotazione in uscita dai settori più difensivi: ieri sono stati real estate e utilities gli unici due (su 11) settori dell’S&P 500 a chiudere in rosso. Il rimbalzo degli indici asiatici nelle ultime sessioni (continuato in quella che si sta concludendo) ha lanciato la volata a questa fase di rialzo azionario globale a cui anche l’Europa sta partecipando (Euro Stoxx +1.0%, la moderata sotto-performance italiana, FTSE MIB +0.5%, è dovuta a qualche tensione politica di cui parliamo più avanti). La correzione che ritenevo possibile nel mese di settembre sembrerebbe sempre più improbabile mentre la finestra di embargo dei buy-backs, che rende il mercato strutturalmente più fragile, inizierà a chiudersi tra 2-3 settimane man mano che arriveranno le prime trimestrali. La composta reazione cinese alla recente escalation tariffaria americana, le speranze che un accordo NAFTA venga raggiunto (mostrando che il protezionismo commerciale è un problema sempre più isolato al rapporto US-Cina), qualche progresso (non lineare come si è visto ieri) verso il raggiungimento di un accordo sulla Brexit, la stabilizzazione del mercato governativo italiano, il tutto al cospetto di una crescita globale che continua a mostrarsi tra il discreto e il robusto, forniscono al momento una solida narrativa ai compratori di equity.

Vota l’App
Unisciti ai milioni di utenti che utilizzano l’app di Investing.com per restare sempre aggiornati.
Scarica ora