Unicredit: ottenere rendimenti anche senza dividendi

 | 07.08.2020 11:26

L’impatto del Coronavirus si è sentito sui conti del secondo trimestre 2020 di Unicredit (MI:CRDI) che ha registrato un utile netto a 420 milioni di euro (-77,4% rispetto al medesimo periodo del 2019) e utile netto sottostante a 500 milioni di euro (-50% sull’anno prima). A livello semestrale si è registrata una perdita per 2,3 miliardi di euro.

Nel periodo i ricavi si sono attestati a 4,2 miliardi di euro, in calo del 7,7% a/a. Rispetto al 1° trimestre dell’anno il margine di interesse è stato pari a 2,4 miliardi di euro, il 4% in meno. Le commissioni scendono a 1,4 miliardi di euro (-11,8% a/a). Il rapporto CET1 Fully Loaded nel periodo aprile-giugno è stato pari a 13,85% con un ratio Liquidity Coverage al 173%.

h2 Unicredit: quadro tecnico e fondamentale/h2

Sebbene i conti del 2° trimestre 2020 abbiano registrato una flessione su base annuale, sono comunque superiori alle attese degli analisti. È da evidenziare la capacità dell’istituto di credito di ridurre i costi operativi del 2% sul periodo gennaio-marzo assorbendo le spese addizionali dovute alla pandemia. Oltre a questo, tutte le divisioni della società sono tornate alla redditività, ad eccezione della Commercial Banking Austria. È anche migliorato al 4,8% il rapporto tra crediti deteriorati lordi e crediti lordi, mentre il CET1 MDA Buffer ha superato ampiamente il target di 200-250 punti base attestandosi a 481 punti base.

L’Amministratore Delegato dell’istituto di Piazza Gae Aulenti, Jean Pierre Mustier, ha dichiarato che entro il 2021 si attende un utile compreso tra i 3 e i 3,5 miliardi di euro, mentre i dividendi torneranno nel 2021. Su questo capitolo va evidenziato come verrà distribuito il 50% dell’utile netto sottostante suddiviso tra una cedola cash per il 30% e buyback per il 20%. Ricordiamo infatti come la BCE abbia suggerito di stoppare i dividendi e i riacquisti di azioni proprie fino al 2021 per tutelare ulteriormente i capitali delle banche da una potenziale serie di insolvenze causate dalla crisi economica relativa al COVID-19. Secondo gli analisti di Equita, il dividendo cash per il prossimo anno dovrebbe essere pari a 0,58 euro. Ai prezzi attuali il dividend yield relativo alla cedola sarebbe pari al 7,32%. Mustier ha dichiarato anche di non avere in programma nessuna operazione di M&A in programma. Verrà invece privilegiato il buyback, considerata un’alternativa senza rischi di esecuzione.

Se si guarda in un’ottica di settore, il comparto bancario gode del supporto della BCE, in particolare dei programmi di TLTRO e PEPP che permettono di alleggerire le pressioni sui titoli di Stato, importante driver di un possibile “doom loop”, un circolo vizioso per cui alla crescita del rendimento dei titoli di Stato diminuisce il valore di mercato degli istituti di credito maggiormente esposti. Unicredit è uno degli istituti maggiormente esposti al debito sovrano italiano con 45,917 miliardi di euro in titoli di Stato al 1° trimestre 2020. In questo senso, l’obiettivo della banca è quello di ridurre progressivamente l’esposizione al Belpaese.

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Come per gli altri istituti di credito anche Unicredit presenta bilanci solidi, grazie alle continue misure di rafforzamento patrimoniale messe in piedi dalla crisi finanziaria del 2008.