Dollaro USA in calo, Trump sostiene le azioni; attesa RBNZ

 | 24.06.2020 07:54

Rassegna giornaliera sul mercato forex, 23 giugno 2020

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Nelle ultime 24 ore, il Presidente USA Donald Trump e i funzionari della Casa Bianca hanno cercato con forza di tirare su i mercati. Le azioni si erano consolidate vicino ai massimi la scorsa settimana e non richiedevano necessariamente questa spinta, ma il Presidente forse voleva un incoraggiamento morale sotto forma di rialzi dopo il flop del comizio di domenica a Tulsa. Gli investitori hanno risposto positivamente alle rassicurazioni di Trump sull’accordo commerciale USA-Cina ancora in corso e alle notizie di ieri su un ulteriore stimolo da 1 trilione di dollari. Con i pochi dati USA in calendario questa settimana avevamo già detto che le notizie (specialmente quelle legate allo stimolo) avrebbero determinato l’andamento dei mercati. La confusione causata dal consigliere commerciale della Casa Bianca Peter Navarro, che ha ritirato le dichiarazioni secondo cui l’accordo USA-Cina sarebbe finito, mostra l’instabilità dell’amministrazione e la sua sensibilità all’opinione pubblica.

A differenza del comparto azionario, il dollaro USA è sceso contro tutte le principali controparti, con il cambio USD/JPY in calo al minimo di sei settimane. L’attività del settore dei servizi e di quello manifatturiero è migliorata nel mese di giugno, secondo gli indici Markit PMI, ma meno del previsto. Le vendite di case nuove sono aumentate, ma questo dato non è riuscito a sostenere il biglietto verde. Il sell-off del dollaro e il rialzo dell’oro, che ha toccato il massimo di otto anni, indicano che gli investitori non sono convinti che le relazioni commerciali tra USA e Cina stiano progredendo e che il Congresso possa approvare un pacchetto di stimolo di tali dimensioni.

 

I dati PMI della zona euro migliori del previsto hanno fatto salire il cambio EUR/USD sopra 1,13. L’attività manifatturiera e quella dei servizi è migliorata in Germania e nell’intera regione a giugno, in accordo con la ripresa generale dell’economia a cui abbiamo assistito. L’indice PMI composito della zona euro è salito a 47,5 da 31,9. Il governo tedesco ha dichiarato inoltre di non prevedere un collasso economico da seconda ondata. I rialzi della sterlina sono più modesti, nonostante il Regno Unito abbia riportato un miglioramento nel comparto manifatturiero e nei servizi. Effettivamente, l’indice PMI manifatturiero è salito sopra 50 a 50,1, indicando un’espansione molto modesta. Il Primo Ministro Boris Johnson ha allentato le restrizioni di distanziamento sociale, autorizzando il ricongiungimento tra due famiglie e la riduzione a un metro (anziché due) della distanza di sicurezza. Anche il turismo ripartirà, insieme a pub, cinema, gallerie e librerie. Ieri avevamo riportato la notizia del minor numero di casi da marzo nel Regno Unito, notizia che ha dato al governo la fiducia per annunciare queste ultime misure.

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Il dollaro canadese, quello australiano e quello neozelandese hanno esteso i loro rialzi. Il dollaro australiano ha beneficiato delle notizie positive sugli scambi tra USA e Cina e dei dati PMI della Commonwealth Bank. I rialzi del looniesono stati più modesti dopo che gli USA hanno minacciato di imporre nuovamente dazi del 10% sulle importazioni di alluminio dal Canada entro la fine della settimana se Ottawa non limiterà volontariamente le esportazioni.

Questa sera si attende l’annuncio di politica monetaria della Reserve Bank of New Zealand e oltre a mantenere i tassi invariati, crediamo che il Governatore Adrian Orr fornirà della previsioni più incoraggianti. La Nuova Zelanda ha cancellato le misure di distanziamento sociale circa due settimane fa e questo dovrebbe avere un grande impatto sull’attività economica. Solo a maggio, le spese tramite carta di credito sono aumentate del 54%, secondo un dato di misurazione e dell’80% secondo un altro. Con la fine del distanziamento sociale prevediamo un ulteriore aumento della spesa. La tabella seguente mostra un miglioramento dei dati neozelandesi da maggio, mentre quelli che mostrano un peggioramento, come PIL e vendite al dettaglio del 1° trimestre, sono ormai superati. L’indice PMI è in calo a maggio se paragonato a marzo, ma è in salita dai livelli di aprile. Sebbene Orr abbia parlato in precedenza di tassi di interesse negativi, le possibilità che possa davvero succedere sono poche. Detto ciò,  un chiaro ottimismo potrebbe portare il NZD a nuovi massimi.