I trivellatori USA preferiscono vittorie a breve termine a perdite a lungo termine

 | 12.05.2020 13:59

Sicuramente non sono i giorni eccitanti dello slogan “Drill baby, drill!”, che invitava a trivellare a tutta forza. Tuttavia, la produzione petrolifera USA sta aumentando, anche se lentamente, ma sicuramente per la ripresa del prezzo delle ultime due settimane.

E questa è la cosa peggiore che sarebbe potuta succedere per lo stato di salute a lungo termine dell’industria dello scisto.

Tonfi gravi e prolungati del prezzo non sono una novità per il greggio. Ma mai prima d’ora avevano comportato un doppio colpo di shock simultanei per le scorte e la domanda che hanno brutalizzato il mercato ad un livello mai visto.

Le serrate dovute alla pandemia negli ultimi due mesi non solo hanno cancellato una domanda di greggio ad un livello pari quasi a quello di un decennio. Ma hanno anche sovvertito i mercati in modi disparati, con dislocazioni regionali ed una distruzione della domanda irregolare tra i prodotti che hanno aperto la strada ad una ripresa confusionaria e frammentata, secondo quanto fa notare la Energy Intelligence di New York in un articolo sul blog della scorsa settimana.

Necessarie risposte giorno per giorno

L’amministratore delegato di Royal Dutch Shell (NYSE:RDSa ) Ben van Beurden ha fatto inoltre notare che le attuali dinamiche del greggio comportano “un livello di incertezza che non si può modellare con gli scenari” e le risposte sulle scorte e sul trading vanno prese “giorno per giorno”.

Da qui si origina il dibattito circa la ripresa dei prezzi a cui stiamo assistendo. A parte il calo relativamente modesto di ieri di meno del 2,5%, il greggio di riferimento USA, il West Texas Intermediate, ha registrato rialzi fenomenali ultimamente: +25% la scorsa settimana, +17% in quella prima ed un totale di +100% dai minimi di 11 giorni fa. E la produzione sta aumentando di conseguenza.