Vertice OPEC+ potrebbe essere il modo dei sauditi di mettere a tacere il dissenso

 | 19.03.2019 13:10

L’Arabia Saudita sta dando l’impressione che l’alleanza di 25 produttori petroliferi di cui è al comando insieme alla Russia sarà spietata con i tagli alla produzione nei prossimi tre mesi e il mercato sembra crederci, spingendo su il greggio USA a poco meno di 60 dollari al barile. Mentre l’intento di Riad di liberare il mercato dal greggio in esubero è chiaro, la sua decisione di cancellare il vertice OPEC di aprile suggerisce il desiderio di nascondere le lungaggini sui tagli da parte del resto del cartello.

Il Ministro per l’Energia saudita Khalid al-Falih ha riferito in occasione della conferenza stampa a Baku, in Azerbaijan, ieri, che le scorte di greggio globali sono ancora ingenti e che i tagli alla produzione potrebbero dover continuare fino alla fine del primo semestre e, di conseguenza, ha senso che i 15 membri dell’OPEC si incontrino al vertice successivo, quello di giugno, saltando quello del mese prossimo.

Concorda con Falih anche la sua controparte russa, Alexander Novak, che si trovava a Baku per il controllo dell’impatto dei tagli alla produzione effettuati da gennaio in base all’accordo OPEC+, alleanza che comprende altri dieci paesi al di fuori del cartello. Novak ha inoltre promesso che la Russia aumenterà i tagli nei prossimi mesi dopo che il suo collega saudita ha sottolineato come Riad non possa accollarsi tutto il fardello da sola.