Ellen R Wald PhD | 24.06.2016 11:44
La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il 24/06/2016
Al momento in cui viene scritto questo articolo, sembra che abbia vinto la Brexit in Gran Bretagna (nota del redattore: al momento della pubblicazione, la vittoria è stata confermata). La BBC, Sky News, ed altri organi di informazione hanno proclamato la vittoria per i “leave”.
I mercati dei futures sono tutti in calo, con il Dow che si avvia ad aprire 600 punti in calo. I Future del Greggio sono scesi di oltre il 5%, vicini ai 47,00 dollari al barile.
Fondamentalmente, l’economia britannica è troppo grande ed importante per l’UE e per le imprese che operano in Europa per abbandonarla. Se la Gran Bretagna lascia l’UE, gli accordi commerciali subiranno delle variazioni. I mercati stanno reagendo in maniera eccessiva al voto “leave” appunto perchè avevano fatto troppo affidamento sulla vittoria dei “Remain” pronosticata dai sondaggi.
Per quanto riguarda il mercato del petrolio, il problema è la speculazione basata sull’instabilità. Instabilità fomentata dai sondaggi e dagli speculatori che hanno scommesso sulla veridicità di questi sondaggi poco accurati.
Fondamentalmente, tuttavia, è cambiato poco sul mercato globale del greggio e poco cambierà con l’uscita del Regno Unito dall’UE. Ecco perché il crollo del prezzo del greggio non è destinato a durare a lungo. Per il prezzo del greggio piuttosto che il voto sulla Brexit sono determinanti i seguenti fattori (non in ordine di importanza):
Fondamentalmente, il prezzo del greggio dipende dai fondamentali, che indicano che 50 dollari al barile è probabilmente un prezzo troppo alto vista la quantità di greggio ancora presente in magazzino in tutto il mondo e la crescente produzione di greggio.
La domanda più importante per il futuro è se altri paesi europei come Grecia, Portogallo, o Spagna seguiranno questo esempio e quale impatto ciò potrebbe avere sull’economia dell’Europa.
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