Volatilità sempre più bassa e nuovi massimi dell'anno per gli indici

 | 20.03.2019 09:20

Mentre attendiamo sviluppi su vari fronti (Brexit, Federal Reserve, flash PMI europei) la volatilità continua a scenderedagli elevati livelli che avevano caratterizzato la fine del 2018. È principalmente questo il fattore che sta contribuendo a supportare i mercati azionari(e altre ‘asset rischiosi’),che lentamente ma inesorabilmente riesconoa migliorare i massimi di periodo quasi ogni giorno.

Bassa volatilità. È un ritrovato scenario ‘Goldilocks’, quasi impensabile fino a poco più di due mesi fa, quello che si sta concretizzando giorno per giorno sui mercati finanziari. Il fattore preponderante è stata la proattività concui la Fed ha mostrato la sua disponibilità a voler prolungare il ciclo a qualsiasi costo,approfittando della libertà d’azione (leggasi ‘atteggiamento paziente’) concessa dalle forze deflattive secolari positive (tecnologia) e negative (demografia, dimensione del debito) che appaiono sempre più difficili da negare man mano che passano gli anni. Quasi tutte le altre banche centrali non possono che adeguarsi anche se appare sempre più probabile come due delle più importanti (ECB e BoJ) abbiano ormai perso la loro finestra di normalizzazione prima delle fine di questo ciclo economico.

La price-action appare chiaramente guidata da strategie passive ed algoritmiche (strategie risk-partity, fondi con target di volatilità fissa) che in maniera pro-ciclica aumentano gli acquisti al diminuire della volatilità, per il disappunto della tradizionale gestione discrezionale/attiva che mediamente ha trovato pochi motivi fondamentali per farsi convincere a partecipare ai rialzi al cospetto di dati economici che continuano a risultare tra il deludente e il preoccupante.