Cosa può fare la Fed per l’oro stavolta?

 | 15.09.2020 15:25

L’ultima volta che ho posto una domanda simile, la risposta alla fine è stata “nulla di buono per ora”.

Era il 19 agosto e aspettavamo la pubblicazione dei verbali del vertice di luglio della Federal Reserve. Tra i trader erano alte le aspettative che il Federal Open Market Committee della banca centrale sarebbe stato incline ad introdurre un controllo della curva del rendimento che avrebbe consentito un maggiore spazio di manovra per gestire l’inflazione.

Ai trader, ovviamente, non importava affatto che la Fed raggiungesse quello che voleva, a patto che loro avessero quello che volevano: rendimenti dei bond perpetuamente bassi e fiumi infiniti di stimoli.

I verbali rivelarono che, dopo lunghe riflessioni, i membri del FOMC avevano scartato il piano per il controllo della curva del rendimento, affermando che i costi del programma superavano i benefici.

Subito dopo, la comunità dei trader rispose con una rivalsa, prendendo di mira l’oro, che aveva appena ripreso la sua strada verso i 2.000 dollari l’oncia dopo essere collassato dai massimi storici di quasi 2.090 dollari due settimane prima. L’oro spot, che replica i lingotti, segnò un tonfo del 3,6% solo in quel giorno, dopo il crollo del 5% della settimana prima.

E arriviamo ad un altro evento della Fed, una settimana dopo dei verbali: il simposio virtuale di Jackson Hole. Anche in quella occasione il Presidente Jay Powell evita di dire quello che i trader dell’oro volevano sentire: l’esplicita promessa di continuare a fare il pieno di asset per sostenere la ripresa economica USA dal coronavirus.

Ad essere sinceri, il capo della banca centrale ha un più importante piano a lungo termine sull’inflazione della Fed da rivelare. Ma i trader, per loro natura, hanno bisogno di sentire quello che per loro era importante. Ancora una volta, l’oro diventa il capro espiatorio, sebbene la perdita stavolta sia stata relativamente minore, solo dell’1,3%. E soprattutto, la recupera nelle tre sedute successive.

h2 Sarà diverso stavolta? /h2

Il che ci riporta alla domanda: Cosa può fare la Fed di diverso per l’oro quando il FOMC aprirà i suoi due giorni di vertice oggi, prima di annunciare la sua decisione sui tassi di interesse domani, seguita dalla conferenza stampa di Powell.

I tassi di interesse in sé non dovrebbero essere la grande notizia del vertice di questa settimana: non lo sono da mesi, con la Fed che sembra a suo agio a mantenerli tra lo zero e lo 0,25%.

Ma Powell molto probabilmente riprenderà la missione della banca centrale di un’inflazione più alta per un periodo più lungo. La chiave, come al solito, sarà in quello che dirà o non dirà a proposito dello stallo della ripresa economica, dei dati tiepidi sull’occupazione degli ultimi due mesi (dopo la forte ripresa tra maggio e giugno) e di quanto sia incline la Fed ad una continua espansione del suo bilancio senza limiti.

Vota l’App
Unisciti ai milioni di utenti che utilizzano l’app di Investing.com per restare sempre aggiornati.
Scarica ora

La formula è quasi sempre la stessa: più sarà cauto il presidente della Fed, maggiori saranno le probabilità che l’indice del dollaro, scambio alternativo all’oro, crolli, spingendo il metallo prezioso.

Negli scambi asiatici di questo martedì, l’indice, che replica il biglietto verde contro sei principali valute, è sceso al minimo di 92,83 prima di arrampicarsi vicino allo storico livello di 93.

h2 L’oro spot che supera i 1.969 dollari è promettente per i tori/h2

Sebbene la mossa su e giù dal livello di 93 non sia una novità per il dollaro, la sua ultima azione ha, malgrado tutto, aperto un atteso sviluppo per l’oro spot su cui i trader dell’oro contavano: la mossa sopra i 1.968 dollari.

Il picco intraday di questo martedì per l’oro spot è stato il massimo di due settimane di 1.969,34 dollari. Il livello di 1.968 dollari è stato un livello di prezzo chiave che non si vedeva da tempo su molti grafici tecnici ed il suo arrivo ha probabilmente regalato un brivido di piacere ai tori dell’oro.