Senza storie rialziste, i titoli azionari potrebbero essere destinati al calo

 | 20.11.2020 12:53

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I mercati sono saliti ininterrottamente dai minimi di marzo. La storia rialzista è cambiata nel corso dei mesi, passando dalla liquidità della Fed, ai tassi di interesse bassi, alle speranze per un vaccino, allo stimolo. A prescindere dalla storia, sembra che i titoli azionari abbiano sempre trovato un motivo per schizzare.

Il grosso problema che il mercato si trova davanti mentre aspetta che i potenziali vaccini vengano distribuiti è il rallentamento dell’economia. Gli ultimi dati sulle vendite al dettaglio e sulle richieste di disoccupazione sembrano suggerire infatti che la ripresa sta rallentando, frenando potenzialmente il rally del mercato. Con un secondo accordo su uno stimolo che difficilmente arriverà tanto presto, il bilancio della Fed non si sta più espandendo. Il mercato potrebbe sentirsi dimenticato e cominciare a scalpitare per ottenere ciò che gli serve per salire ancora.

Un collasso

Questo scalpitare probabilmente risulterà in un brusco ribasso dei prezzi dei titoli azionari, aiutando a motivare una risposta politica ad un’economia in rallentamento o alimentando i timori di una doppia recessione. Finora, il Congresso non è riuscito a trovare un accordo su un secondo stimolo. E la Fed non si incontrerà prima di metà dicembre.

Sembra che scalpitare sia il metodo preferito dal mercato per ottenere quello che vuole. Bruschi ed inattesi ribassi catturano sempre l’attenzione dei policymaker, che cercano rapidamente di placare le emozioni del mercato. Il selloff dell’autunno del 2018 era scaturito dal fatto che il mercato si sentiva nervoso per l’eccessivo inasprimento dei tassi da parte della Fed. Nel frattempo, il collasso per il coronavirus nella primavera del 2020 si è ridotto quando la Fed ha accettato di fornire ampia liquidità al mercato ed il Congresso ha dato una storica risposta di politica fiscale.

Il mercato è già surriscaldato

Sebbene sia quasi impossibile prevedere quando arriverà il momento dello scalpitio, potrebbero già esserci dei segnali che suggeriscono che il mercato è surriscaldato e pronto per una nuova storia. L’indice S&P 500 è scambiato in modo pressoché invariato dall’inizio di settembre, mentre l’indice NASDAQ è in calo. Tuttavia, il numero di titoli al di sopra della loro media mobile su 200 giorni sull’indice S&P 500 era pari a ben l’88% il 18 novembre, un livello che non si vedeva dalla metà del 2014. Si tratta di un livello associato ad un calo dell’indice azionario.