È ora di scommettere su una maggiore debolezza di JPY e CHF?

 | 02.09.2014 12:34

h2 Forex News and Events

Nei prossimi giorni gli operatori si concentreranno sui principali eventi economici. Oltre alle riunioni di BCE e BoE (giovedì), mercoledì ci sarà il Consiglio dei Ministri giapponese guidato dal primo ministro Abe e giovedì i regolatori della BoJ annunceranno la loro decisione. Le speculazioni su una ristrutturazione del fondo pensioni dalla riunione di domani generano una buona richiesta dei cross con lo JPY. In Svizzera, l’EUR/CHF tira il fiato dopo che l’inaspettato rallentamento della crescita del PIL svizzero nel secondo trimestre ha raffreddato le pressioni a vendere verso la base fissata dalla BNS a 1,20. La BNS è determinata a difendere la soglia minima di cambio, quindi si profilando buone opportunità per aprire posizioni lunghe.

Speranze di nuovi stimoli in Giappone

Ci dirigiamo verso giornate fitte di appuntamenti in Giappone. Il rimpasto del governo Abe è in programma per mercoledì; giovedì i regolatori della BoJ annunceranno la loro decisione. Per domani c’è in programma la riforma del fondo pensioni del governo giapponese, la tanto dibattuta questione sul prossimo aumento dell’imposta sulle vendite e (forse) un nuovo stimolo monetario per dare una spinta al recente rallentamento dell’Abeconomia. Molti osservatori ritengono che il rialzo dei cross con lo JPY della notte scorsa sia stato dovuto soprattutto alle previsioni che una revisione del fondo pensioni giapponese (in programma nelle prossime settimane) darebbe più peso agli asset stranieri, facendo dunque aumentare le pressioni a vendere sullo yen. Si è poi aggiunta la diffusa domanda di USD, cosicché la coppia USD/JPY è lievitata a 104,89 (mentre scriviamo). D’altro canto, persistono le incertezze sulla tempistica “giusta” per il prossimo aumento dell’imposta sulle vendite (dall’8,0% al 10,0%). Il ministro delle Finanze giapponese Aso sostiene il consolidamento fiscale, quindi non vuole posticipare il previsto rialzo, mentre Honda, consulente del primo ministro, ha detto che preferirebbe aspettare finché le retribuzioni cresceranno in modo consistente e si raggiungerà l’obiettivo d’inflazione della BoJ. A questo proposito, Honda ha aggiunto che la BoJ potrebbe intervenire con nuovi stimoli monetari per raggiungere l’obiettivo dell’inflazione al 2,0%. La situazione rimane incerta. A nostro avviso, il primo ministro Abe si posizionerà a favore di un rinvio e addirittura di un nuovo stimolo della BoJ per dare un’altra spinta allo yen prima della fine dell’anno.

Detto questo, giovedì s’incontreranno i regolatori della BoJ, si prevede che alla riunione mensile manterranno invariata la politica, visto che permangono le incertezze. Il sentiment intorno ai cross con lo JPY rimane positivo (si osserva ancora una debolezza generalizzata dello yen), tuttavia, nel caso di un esito deludente, il rischio principale per i prossimi giorni è una rapida serie di vendite tattiche. Per i prossimi due giorni, gli ordini d’acquisto per le opzioni si susseguono sopra 104,00, sotto questo livello s’intravedono gli stop. Al rialzo, le offerte degli esportatori si sommeranno alle barriere per le opzioni a 105,00 e poi a 105,50, proprio sopra la resistenza critica a 105,44 (massimo da 6 anni segnato il 2 gennaio 2014).

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EUR/CHF: a caccia di opportunità di acquisto sui minimi

A sorpresa, l’accelerazione del PIL svizzero ha subito un’evidente battuta d’arresto nel secondo trimestre, di pari passo con il deterioramento della crescita nell’Eurozona. La crescita del PIL svizzero su base trimestrale è rimasta invariata, allo 0,0%, rispetto allo 0,5% previsto, la crescita a/a ha subito un rallentamento, attestandosi allo 0,6% rispetto all’1,6% previsto e al 2,0% precedente. Si tratta del rilevamento più debole dal secondo trimestre del 2012. Il cedimento maggiore si è avuto nella produzione, nel commercio all’ingrosso e nei settori finanziari (quasi il 40% del PIL). La “base” minima di cambio fissata dalla BNS per l’EUR/CHF ha permesso alla Svizzera di crescere più rapidamente dell’Eurozona. La debolezza del franco però non sembra apparentemente in grado di proteggere la Svizzera dal recente declino economico europeo. Sembra che, nonostante gli interventi della BNS, il detto “quando l’Europa starnutisce, la Svizzera si prende un raffreddore” rimanga veritiero.

Considerando le previsioni economiche più deboli, la prospettiva di un allentamento della BNS (in risposta al potenziale intervento della BCE) e il fatto che la Fed si sta dirigendo verso la “normalizzazione”, l’USD/CHF dovrebbe proseguire nel suo attuale trend rialzista fino a 0,9455/56 (massimi 5-6 settembre 2013). Per quanto riguarda l’EUR/CHF, pesa la diffusa debolezza dell’EUR, perché viene meno la correlazione negativa fra EUR/USD e EUR/CHF. La correlazione a 40 giorni è scesa al -20%, rispetto al -40% d’inizio agosto. Sebbene l’EUR/CHF tenda al ribasso, la forte determinazione della BNS a garantire il tasso di cambio minimo a 1,2000 per l’EUR/CHF frena le opportunità di un calo. Vista la solida credibilità della BNS, tratteremo ulteriori vendite come opportunità di acquisto sui minimi.