Vuoi investire sulle materie prime? Ecco cosa dovresti sapere

Vuoi investire sulle materie prime? Ecco cosa dovresti sapere

Dentro Investing  | 30.01.2020 16:07

Vuoi investire sulle materie prime? Ecco cosa dovresti sapere

Se stai leggendo questo articolo, probabilmente significa che nutri interesse o un po’ di curiosità per il trading delle materie prime ma potresti non sapere bene come o da dove partire, o se sia il tipo di investimento che vuoi fare.

Cosa sono le materie prime?

Per decidere se fare trading delle materie prime, dovresti probabilmente prima sapere di cosa si tratta (se non lo sai già): una materia prima è un materiale grezzo o un prodotto agricolo che si può comprare e vendere, e qualsiasi mercato, fisico o virtuale, che consente di farlo viene considerato un mercato delle materie prime. Ci sono tre categorie di materie prime: “morbide”, “dure” ed energetiche.

Le materie prime cosiddette “morbide” sono coltivate o allevate, come i chicchi di caffè, il legname, le carni, lo zucchero, ecc.

Le materie prime “dure” sono materiali grezzi estratti nelle miniere, come ad esempio oro, argento, palladio, ecc.

Le materie prime energetiche si riferiscono a materiali usati per produrre energia, come greggio, gas naturale, etanolo, carbone e simili.

In totale, ci sono 100 materie prime primarie, metà delle quali sono considerate principali.

Come si comprano e si vendono le materie prime?

Anche se si possono comprare le materie prime reali e conservarle, la maggior parte del trading delle materie prime si effettua tramite piazze di materie prime e contratti di future. Storicamente, il primo mercato noto delle materie prime risale all’epoca degli antichi Sumeri, tra il 4500 e il 4000 a.C. I contratti venivano scritti su tavolette di argilla e rappresentavano la quantità di ciascuna materia prima (come il numero di capre o la quantità di frumento) che si prometteva di consegnare, quindi non erano molto diversi dai contratti di future di oggi.

Trading delle materie prime: i pro

  1. Diversificazione: guardando i dati storici, si scopre che c’è una correlazione da bassa a negativa tra i prezzi delle materie prime rispetto ai prezzi di titoli e bond. Ciò permette di avere un rifugio dagli investimenti azionari.
  2. Protezione dall’inflazione: mentre l’inflazione trascina giù i prezzi di bond e azioni, le materie prime sembrano beneficiarne. Questo succede perché l’inflazione fa salire i prezzi dei beni e i prezzi delle materie prime usate per creare tali beni salgono insieme ad essi.
  3. Esposizione ad opportunità di crescita: quando aumenta la domanda di alcune materie prime nel tempo, ne aumenta anche il prezzo. Ad esempio, negli ultimi due anni il prezzo dei future del palladio è più che raddoppiato, in quanto è diventato vitale per la produzione di alcuni pezzi delle auto.

Trading delle materie prime: i contro

  1. Alta volatilità: le materie prime sono tra gli strumenti più volatili da scambiare ed hanno, in media, il doppio della volatilità dei titoli azionari ed il quadruplo di quella dei bond.

 

Nota importante: secondo alcuni analisti, un altro aspetto negativo delle materie prime è il fatto che non generano entrate ma, come spiega il nostro analista Barani Krishnan: “il fatto di non generare entrate è un qualcosa con cui non sono d’accordo. La popolare teoria secondo cui investire sulle materie prime è un gioco a somma zero (cioè qualcuno deve perdere affinché l’altro possa vincere) è troppo semplicistica se la si considera da una prospettiva diversa. Ad esempio, ci può essere un hedge fund che investe su piantagioni di nicchia che non solo partecipa al prezzo della materia prima che viene coltivata ma che guadagna anche delle entrate dai prodotti che raccoglie e vende. L’ormai defunto Armajaro era un hedge fund del genere ed era uno dei maggiori investitori proprietari/gestori di fondi di cacao/caffè ai suoi tempi.

 

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