Reuters
Pubblicato 04.08.2022 14:37
Aggiornato 04.08.2022 15:18
LONDRA/DUBAI (Reuters) - I leader dell'Opec, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, sono pronti ad apportare un "aumento significativo" della produzione di petrolio nel caso in cui dovesse verificarsi una grave crisi globale di approvvigionamento quest'inverno.
Lo hanno riferito fonti a conoscenza delle decisioni dei principali esportatori del Golfo.
Quando ieri l'Opec+ ha deciso di aumentare la produzione di petrolio di soli 100.000 barili al giorno, ha infranto un tabù con un raro riferimento alla capacità produttiva di riserva del gruppo.
In un comunicato si è fatto riferimento alla "disponibilità fortemente limitata" della capacità di riserva, affermando la necessità di tenerla di scorta in caso di "gravi interruzioni dell'approvvigionamento".
A prima vista, sembrerebbe una conferma del fatto che il leader dell'Opec, l'Arabia Saudita, non ha quasi più margine di aumento della produzione, come affermato dal presidente francese Emmanuel Macron in una conversazione con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden il mese scorso.
Tre fonti, che hanno parlato in condizione di anonimato vista la delicatezza dell'argomento, hanno riferito che l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti potrebbero pompare "significativamente di più", ma lo farebbero solo se la crisi dell'offerta si aggravasse.
"Con la possibile mancanza di gas in Europa quest'inverno e con un potenziale tetto sul prezzo delle vendite di petrolio russo nel nuovo anno, al momento non possiamo gettare ogni barile nel mercato", ha detto una delle fonti.
Le fonti non hanno quantificato alcun aumento, ma hanno detto che l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e alcuni altri membri dell'Opec possiedono circa 2,0-2,7 milioni di barili al giorno di capacità produttiva inutilizzata.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Antonella Cinelli)
Scritto da: Reuters
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