G20 restio a impegni in vertice clima, divergenze su wording in documento carbone

Reuters

Pubblicato 23.07.2021 17:27

Aggiornato 23.07.2021 17:37

di Gavin Jones

NAPOLI (Reuters) - I ministri dell'energia e dell'ambiente del Gruppo dei 20 paesi più ricchi del mondo non hanno ancora trovato un accordo sugli impegni per il taglio delle emissioni di monossido di carbonio, secondo quanto riferiscono due fonti, malgrado due notti di negoziati incessanti da parte dei diplomatici a Napoli.

Dopo che i ministri hanno prodotto, al termine della giornata di ieri, un documento finale diviso in 25 punti su biodiversità e ambiente, privo di indicazioni sulla componente finanziaria o di impegni vincolanti, la sessione di oggi si è concentrata su temi ancor più controversi come energia e politica del clima.

L'ultima bozza del comunicato, vista oggi da Reuters, conteneva ancora diverse aree su cui non si era trovato un accordo.

Alcuni riferimenti blandi all'eliminazione graduale dei sussidi ai combustibili fossili e all'azzeramento delle emissioni di monossido di carbonio entro il 2050 hanno incontrato le resistenze con differente intensità di Brasile, Cina, India e Arabia Saudita, tra i maggiori responsabili delle emissioni di Co2, secondo quanto riferito da una fonte a conoscenza delle trattative.

L'incontro del G20 è visto come una tappa fondamentale sulla strada che porta alla Cop26, il forum dell'Onu sul clima, che si svolgerà a novembre a Glasgow.

In attesa della Cop26, gli attivisti ambientalisti hanno sperato nell'introduzione di target per il clima più stringenti, in nuovi impegni sul finanziamento climatico e in un aumento dei paesi impegnati nel raggiungimento dell'obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050. A meno di inaspettati progressi dell'ultima ora, resteranno delusi.

Nella bozza vista da Reuters, il G20 "riconosce", "invita", "enfatizza", "ricorda" e spesso "accoglie con favore", ma fa scarsissimo uso della frase "si impegna a".

L'urgenza dell'azione sul clima è stata ancora più portata sotto i riflettori questo mese dalle alluvioni in Europa occidentale, dagli incendi negli Stati Uniti e dalle temperature afose in Siberia. Malgrado ciò, gli stati non hanno ancora trovato un accordo su come pagare le costose politiche finalizzate alla lotta al cambiamento climatico.

Sul tema dei sussidi ai combustibili fossili, particolarmente divisivo, la bozza richiama l'impegno di Pittsburgh del 2009, in cui si parlava di eliminarli gradualmente.

"Ci impegniamo ad aumentare i nostri sforzi per rendere effettivo questo impegno il prima possibile nel corso di questo decennio, in accordo con le circostanze nazionali", recita un passaggio ancora contestato.

Se confermato, segnerebbe un nuovo impegno, per quanto "il prima possibile nel corso di questo decennio" sia vago.

Sull'eliminazione dell'energia generata a carbone, la formula utilizzata nella bozza risulta meno incisiva rispetto a quella utilizzata nel comunicato del Gruppo dei 7 emerso dall'incontro di maggio in Gran Bretagna.

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L'Italia, cui spetta la presidenza di turno del G20 quest'anno, sta cercando di rendere il linguaggio più vincolante, e il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani sta incontrando le singole delegazioni nella speranza di "sbloccare i negoziati", ha riferito il suo portavoce.

Rimane da vedere se il documento finale farà un qualche riferimento all'impegno preso nel 2009 dai paesi sviluppati di contribuire con 100 miliardi di dollari all'anno entro il 2020 alle spese per la lotta al cambiamento climatico dei paesi più poveri, molti dei quali devono fare fronte all'innalzamento del livello dei mari, a tempeste e siccità.