Reuters
Pubblicato 30.01.2023 11:05
LONDRA (Reuters) - Il petrolio è in ribasso dopo i guadagni iniziali, mentre gli incombenti aumenti dei tassi di interesse da parte delle principali banche centrali e i segnali di forti esportazioni russe compensano le crescenti tensioni in Medio Oriente per l'attacco di un drone in Iran e le speranze di un aumento della domanda cinese.
Gli investitori si attendono che la Federal Reserve aumenti i tassi di 25 punti base mercoledì, seguita il giorno dopo da aumenti di mezzo punto da parte da parte di Bce e Bank of England, e qualsiasi deviazione da questo copione sarebbe una sorpresa.
Alle 10,24 il Brent cede lo 0,16%, a 86,52 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate statunitense perde lo 0,41%, a 79,32 dollari al barile.
Il mercato è stato anche messo sotto pressione dagli indizi di una forte offerta russa, nonostante l'embargo dell'Ue e il tetto dei prezzi imposto dal G7 per l'invasione dell'Ucraina. La scorsa settimana, entrambi i benchmark petroliferi hanno registrato la prima perdita settimanale delle ultime tre settimane.
Oltre alle riunioni delle banche centrali, mercoledì si terrà una riunione dei principali ministri dell'Opec+.
È improbabile che la riunione dell'Opec+ modifichi la propria politica produttiva, anche se secondo il broker PVM il gruppo potrebbe sorprendere gli investitori con un piccolo taglio.
I prezzi sono cresciuti nelle prime ore di oggi, grazie alle tensioni in Medio Oriente dopo l'attacco di un drone in Iran.
Sebbene non sia ancora chiaro cosa stia accadendo in Iran, qualsiasi escalation nel paese potrebbe far interrompere il flusso di greggio, ha detto Stefano Grasso, senior portfolio manager di 8VantEdge a Singapore.
Le speranze di un aumento della domanda cinese hanno dato spinta ai prezzi del petrolio nel 2023. Il più grande importatore di greggio al mondo si è impegnato nel fine settimana a promuovere una ripresa dei consumi che sosterrebbe la domanda.
(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Claudia Cristoferi)
Scritto da: Reuters
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