Greggio tocca max da ottobre 2014 per incendio oleodotto in Turchia, timori offerta

Reuters

Pubblicato 19.01.2022 13:38

LONDRA (Reuters) - I prezzi del greggio crescono per il quarto giorno consecutivo, con il flusso di gas tra Iraq e Turchia che ha subito dei rallentamenti a causa di un incendio in un oleodotto nell'area, aumentando i timori dovuti ad aspettative di una scarsa produzione.

Alle 12,17 il Brent avanza di 0,87% a 88,27 dollari a barile, che fa seguito al rialzo di 1,2% registrato nella sessione di ieri. Il contratto ha toccato i massimi dal 13 ottobre 2014, a 89,05 dollari a barile.

I futures sul greggio Usa avanzano di 1,19% a 86,45 dollari a barile, dopo aver toccato 87,08 dollari a barile, ai massimi dal 9 ottobre 2014.

L'esplosione che ha scatenato l'incendio dell'oleodotto nella provincia turca di Kahramanmaras nel sud-est del paese, è stato causato dal crollo di un pilone della rete elettrica e non da un attacco, secondo una fonte interna ai servizi di sicurezza.

L'oleodotto trasporta il greggio dall'Iraq, secondo maggiore produttore dell'Opec, fino al porto turco di Ceyhan per l'esportazione.

Gli analisti prevedono un'offerta di greggio scarsa nel 2022, in parte a causa della contrazione della domanda dovuta alla diffusione della variante Omicron del coronavirus, con alcune stime che vedono i prezzi crescere fino a 100 dollari a barile.

I timori relativi alla sicurezza che riguardano la Russia, secondo maggiore produttore mondiale di greggio, e gli Emirati Arabi, terzo produttore Opec, si aggiungono ai timori di scarsità dell'offerta.