Pandemia potrebbe ritardare ripresa domanda energia fino a 2025 - Aie

Reuters

Pubblicato 13.10.2020 10:40

LONDRA (Reuters) - Una lenta ripresa economica dalla pandemia minaccia di ritardare un pieno recupero della domanda mondiale di energia fino al 2025, secondo l'Agenzia internazionale per l'energia.

In uno scenario chiave, un vaccino e una terapia potrebbero significare che l'economia globale si riprenderà nel 2021 e la domanda di energia entro il 2023, ha detto l'Aie, advisor dei Paesi occidentali in materia di politica energetica, nel World Energy Outlook annuale.

Ma in uno "scenario di ritardo nella ripresa", la tempistica è rinviata di due anni, ha aggiunto.

In tal caso, l'Aie prevede che "un crollo più profondo a breve termine eroderà il potenziale di crescita dell'economia, l'elevata disoccupazione consumerà il capitale umano e i fallimenti e i cambiamenti economici strutturali significano che anche alcuni asset fisici diventaranno improduttivi".

Il gruppo, con sede a Parigi, vede la domanda globale di energia diminuire del 5% nel 2020, le emissioni di CO2 legate all'energia del 7% e gli investimenti energetici del 18%.

La domanda di petrolio dovrebbe diminuire dell'8% e l'uso di carbone del 7%, mentre le energie rinnovabili vedranno un leggero aumento.

Nel complesso, secondo l'agenzia è troppo presto per dire se la pandemia abbia rappresentato uno stimolo o una battuta d'arresto per il settore dell'energia e per i governi mentre questi tentano di renderlo più sostenibile.

Il numero uno dell'Aie Fatih Birol ha detto a Reuters che i policy maker fanno fatica a stare al passo: "Siamo lontani dal raggiungere i nostri obiettivi climatici con le policy in vigore nel mondo".

"L'era della crescita della domanda globale di petrolio finirà entro i prossimi 10 anni, ma in assenza di un grande cambiamento nelle politiche governative, non vedo alcun chiaro segnale di un picco. Un rimbalzo economico globale porterebbe presto la domanda di petrolio ai livelli pre-crisi", ha detto Birol in un'intervista.

L'incertezza sulla domanda futura e il crollo dei prezzi del greggio nel 2020 potrebbero significare che i produttori di petrolio non sono sicuri di come valutare le decisioni sugli investimenti che portano a uno squilibrio tra domanda e offerta, alimentando così la futura volatilità del mercato, ha avvertito l'Aie.

In uno scenario chiave, l'Aie prevede che "gli investimenti upstream riprenderanno dal punto più basso nel 2020, sostenuti da un incremento dei prezzi del greggio a 75 dollari al barile entro il 2030. Tuttavia, non è chiaro se questo investimento arriverà in tempo e, se arriva, da dove lo farà."