Vertice Ue, è stallo su embargo greggio russo

Investing.com

Pubblicato 30.05.2022 10:38

Aggiornato 30.05.2022 11:32

Di Geoffrey Smith 

Investing.com - La proposta di embargo su greggio e raffinati russi, contenuta nel sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca, rischia di arenarsi ancora prima dell'inizio del Consiglio Ue straordinario convocato per oggi a causa della continua reticenza dei Paesi dell'Europa centrale. 

Secondo il piano delineato al Parlamento europeo dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen, lo stop agli acquisto di greggio e prodotti raffinati russi sarebbe dovuto entrare in vigore "entro la fine dell'anno", ma l'unanimità di voto necessaria per approvare l'embargo potrebbe ritardare i piani di Bruxelles.

Ungheria Repubblica Ceca e Slovacchia, tre paesi senza sbocco sul mare con una dipendenza storica dal petrolio russo fornito tramite oleodotti costruiti nell'era sovietica, continuano ad esprimere il proprio dissenso in merito nonostante l'esenzioni proposte da Bruxelles e un embargo che, almeno inizialmente, avverrebbe solo per le importazioni "via mare".

Il vicecancelliere tedesco Robert Habeck ha avvertito domenica in una conferenza stampa che l'unità europea sta "cominciando a sgretolarsi", dopo che i negoziati non sono riusciti a superare la resistenza ungherese, a cui si sono aggiunte le critiche dei paesi Baltici sull'embargo "soft" che Bruxelles rischia di portare avanti.  Il mancato accordo sul petrolio ha inoltre portato ad un indebolimento generale del sesto pacchetto di sanzioni. Dal piano iniziale, è stato eliminato anche lo stop agli investimenti russi nel settore immobiliare europeo. 

Il principale diplomatico dell'UE Josep Borrell, tuttavia, si è detto "ottimista" sulla possibilità di raggiungere un accordo. "Penso che questo pomeriggio saremo in grado di offrire ai capi degli Stati membri un accordo", ha detto Borrell alla radio francese France Info.

Gli acquisti europei di petrolio e gas russo generano circa 1 miliardo di dollari al giorno di entrate per il Cremlino e sono la principale fonte di valuta estera per la Russia. Secondo i dati del ministero delle Finanze, la spesa per la difesa russa è più che raddoppiata a 300 milioni di dollari al giorno ad aprile a causa della guerra.

Materie prime in rialzo lunedì, con WTI e Brent rispettivamente oltre i 115 e 116 dollari al barile, mentre il ICE Dutch TTF Natural Gas Futures è in rialzo dello 0,4% ad euro 87,25 per MWh.  

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