Coronavirus, Conte chiama in causa l’Europa: “serve risposta coordinata”

Investing.com

Pubblicato 29.10.2020 12:27

Di Mauro Speranza

Investing.com – Il Premier Giuseppe Conte parla alla Camera dei deputati per illustrare le ulteriori misure restrittive adottate dal governo per arginare la diffusione del coronavirus e sostenere l’economia, chiamando in causa anche l’Europa.

“L'impegno del governo si dispiega sin dall'inizio della pandemia, anche in sede Ue”, spiega Conte, aggiungendo che “senza una risposta coordinata dell'Europa e sul piano globale nessuno Stato può superare la crisi sia sul piano sanitario che economico".

In questa ottica questo pomeriggio "si farà un punto sulla situazione sanitaria in video conferenza con gli altri stati di capo e di governo UE e in questa occasione la presidente della commissione UE Ursula von der Leyen illustrerà il pacchetto di risposte europee alla pandemia Covid" con attenzione particolare "ai test e ai vaccini nti-Covid".

La firma del DPCM è arrivata “alla fine di un lungo e articolato confronto con maggioranza e Regioni", spiegava Conte, sottolineando che "il rinnovato impeto del virus ci pone di fronte a una sfida che non è meno minacciosa di quella combattuta a primavera, è una seconda sfida. Tutti i Paesi europei stanno affrontando l'urto drammatico e adottano misure via via più restrittive, simili a quella del nostro DPCM. In alcuni casi anche più severe delle nostre".

Il Premier ha parlato di "una curva epidemiologica in rapida crescita con diffusione del virus su tutto il territorio, con positivi cresciuti in maniera preoccupante", per cui "risulta difficoltoso ritracciare le catene di trasmissione, come sta avvenendo in
molto paesi europei, in particolare in Francia e Germania, sottolineando che "questo quadro epidemiologico sta determinando una pressione seria sul sistema sanitario".

Una scelta sofferta ma necessaria. Le misure adottate dal Governo che si basano sui "principi di massima precauzione, proporzionalità e adeguatezza, si pongono in "continuità sul piano di metodo e di merito" e hanno l'obiettivo di "mitigare e raffreddare" la curva del contagio "al fine di alleviare il carico già pesante" sul sistema sanitario. Non abbiamo mai affermato di essere fuori dal pericolo e da una condizione di necessaria allerta", ribadiva Conte.

Conte ha poi difeso l'operato del Governo. "A ottobre si palesava una nuova recrudescenza" del Covid ma la decisione di prorogare lo stato di emergenza "fu fortemente criticata anche da alcuni in questa Aula", incalza Conte sottolineando che la linea dell'esecutivo è sempre stata quella di attenersi alle evidenze scientifiche e che "allo stato l'epidemia risulta compatibile con lo scenario di tipo 3, con rapidità di progressione maggiore in alcune regioni".

Stabilendo le restrizioni del DPCM , prosegue, "non abbiamo agito secondo criteri arbitrari o operando un'impropria gerarchia di valori tra attività. "Vorrei ribadire che la scelta di sospendere o ridurre le attività in alcuni settori non deriva dal mancato rispetto di misure di sicurezza, che sono state adottate anche a prezzo di sacrifici, ma una scelta così radicale e dolorosa è legata all'esigenza di ridurre un contagio diffuso e esponenziale, riducendo le occasioni di socialità, specie in quei contesti in cui è più facile che venga abbassata la guardia".

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In quest'ottica, lo stop ai cinema, ai teatri, agli spettacoli, ammette il Premier, "è stata una scelta tra le più dolorose. I protagonisti del mondo dello spettacolo stanno affrontando, ormai da molti mesi, enormi difficoltà". Conte parla di una scelta che pesa: "sappiamo quanto in quegli spazi la persona nutra lo spirito, in quei luoghi si rafforza il sentimento di appartenenza ad una dimensione collettiva".

Poi un esplicito riferimento all'escalation di tensione di questi giorni nelle piazze italiane, da Nord a Sud. "Il Governo è consapevole degli immani sacrifici, siamo sensibili alle manifestazioni di dissenso, protesta e frustrazione, cittadini che esprimono pacificamente il proprio disagio, che temono per il futuro delle proprie attività e del lavoro. Per questo abbiamo ritenuto giusto di confrontarci subito con le categorie più penalizzate, per annunciare le proposte di ristoro e di indennizzo individuate tempestivamente dal Governo". Con il dl ristori "abbiamo predisposto adeguati strumenti di intervento a supporto di tali categorie" colpite dal DPCM "per evitare che la crisi sanitaria si trasformasse in crisi economica e sociale, generando nuove diseguaglianze".

Nel ribadire che il Governo "ce la metterà tutta per mettere in sicurezza il Paese e che tutti dobbiamo impegnarci con la massima determinazione", il Premier conclude l'intervento citando Albert Einstein: "Siamo consapevoli che siamo qui non per noi ma per gli altri uomini anzitutto quelli dal cui sorriso e benessere dipende la nostra felicità ma anche da quella moltitudine di sconosciuti alla quale ci lega un vincolo di simpatia".

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