Dov'è finito il Covid-19?

Investing.com

Pubblicato 14.03.2022 15:23

Aggiornato 14.03.2022 16:02

Di Laura Sanchez 

Investing.com - La cronaca è occupata quasi totalmente dalle notizie che arrivano dall'Ucraina, dove la guerra è entrata nella terza settimana senza che se ne veda un fine. Negoziati e vittime civili vanno avanti parallelamente, mentre le potenze occidentali cercano di portare la Russia al default colpendola al cuore della propria economia anche a proprie spese. 

Intanto la Cina è tornata al 2020. A seguito della politica di tolleranza zero, il governo di Pechino ha imposto un nuovo lockdown a Shenzhen, centro tecnologico del Paesi con di 17,5 milioni di persone, proprio nel momento in cui il Paese sta affrontando uno dei focolai Covid più diffusi dell'era pandemica. 

Secondo la National Health Commission, la Cina ha registrato un numero di casi sintomatici locali di Covid-19 superiore a quello visto nell'intero 2021. Nella giornata di ieri sono stati 1.337 i nuovi casi sintomatici trasmessi localmente, mentre il totale da inizio anno ammonta a oltre 9.000 casi, rispetto agli 8.378 dello scorso anno. 

Le restrizioni rimarranno in vigore "almeno fino al 20 marzo", e non riguardano solo Shenzhen, sede per altro della seconda piazza di scambi più importanti del Paese. Altre città sono infatti soggette a importanti restrizioni alla mobilità, tra cui la città più popolosa della Cina Shanghai e la città nord-orientale di Changchun nella provincia di Jilin.

"L'economia cinese potrebbe essere di nuovo colpita duramente", hanno scritto gli analisti di Nomura in una nota, aggiungendo che la situazione Covid in Cina "è peggiorata a un ritmo allarmante". "La nuova ondata ha raggiunto quasi ogni zona della Cina con significativa importanza a livello economico".

Anche in Europa, tuttavia, si registra un notevole aumento dei casi in alcuni paesi. Nel Regno Unito, Paese in cui non è in vigore alcune restrizione da metà febbraio, una persona su 25 è portatrice del virus, secondo le ultime stime dell'Office for National Statistics (ONS) che ha evidenziato come la sottovariante di Omicron, BA.2, sia ora il ceppo più comune nella maggior parte dell'Isola.

I dati ufficiali hanno suggerito che la sottovariante BA.2 potrebbe essere fino al 30% più trasmissibile rispetto alla variante originale di Omicron, secondo gli studi del Center for Disease Control and Prevention (CDC) statunitense, che sta già studiando questa nuova variante di Ómicron dopo l'aumento dei casi nel Paese.

Stesso discorso per la Germania, dove il tasso di infezione da coronavirus ha raggiunto un record per il terzo giorno consecutivo lunedì a 1.543 ogni 100.000 persone, continuando il suo costante aumento dall'inizio di marzo, secondo i dati dell'istituto di salute pubblica RKI.

Narrativa simile anche in Francia, nella quale i contagi da Covid sono di nuovo in aumento, secondo l'ente di sanità pubblica, Santé publique France. Il numero di nuovi contagi ha superato i 73.000 venerdì, con un aumento del 20% nelle ultime settimane, riferisce France 24.

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Il 22 febbraio, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato BA.2 come "variante preoccupante", avvertendo che "Omicron è composto da diversi sottolinee geneticamente correlate, tra cui BA.1, BA.2 e BA.3, ognuna delle quali è monitorata dall'OMS e dai suoi partner".

A livello global - ha spiegato l'OMS - BA.1 è stato la sottovariante Omicron predominante, tuttavia la proporzione di sequenze segnalate designate BA.2 è aumentata rispetto a BA.1 nelle ultime settimane ed è il ceppo Omicron predominante in diversi paesi. BA.1 e BA.2 hanno alcune differenze genetiche, che possono renderli antigenicamente distinti".

Per aiutare a respingere un'altra ondata di Covid-19, le persone avranno bisogno "di una quarta dose del vaccino", ha affermato domenica alla CBS Albert Bourla, CEO di Pfizer (NYSE:PFE), aggiungendo che il colosso farmaceutica "continuerà a lavorare su un vaccino che agisca contro tutte le varianti del Covid".

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