Vaccini meno efficaci contro Delta secondo nuovo studio, ombra terza dose

Investing.com

Pubblicato 19.08.2021 11:35

Aggiornato 19.08.2021 12:16

Di Alessandro Albano 

Investing.com - I vaccini distribuiti dalle case farmaceutiche che (sfortunatamente) abbiamo imparato a conoscere negli ultimi mesi potrebbero non essere così efficaci contro la variante Delta, contrariamente a quanto indicato dagli esperti negli ultimi mesi.

A gettare dubbi sull'efficacia dei vaccini contro il ceppo indiano è uno studio dell'Università di Oxford in collaborazione con l'Office for National Statistics condotto nel Regno Unito, secondo il quale le dosi con RNA messaggero perdono efficacia nei primi 90 giorni dopo la vaccinazione completa. 

La ricerca dimostra come, una volta contagiati dalla delta, i malati abbiano livelli di virus simili ai non vaccinati, suggerendo che la vaccinazione di ampie porzioni della popolazione potrebbe non essere abbastanza per proteggere i cittadini che hanno deciso di non vaccinarsi, mettendo quindi in dubbio l'idea dell'immunità di gregge.

"I risultati gettano ulteriori dubbi sulla possibilità di ottenere l'immunità di gregge tramite la vaccinazione", ha affermato Sarah Walker, professoressa di statistica medica ed epidemiologia ad Oxford che ha contribuito nello studio congiunto.

"La speranza era che le persone non vaccinate potessero essere protette vaccinando molte persone", ha aggiunto la Walker.

Secondo Penny Ward, visiting professor in medicina farmaceutica al King's College di Londra, "mancano ancora sono i dati relativi ai ricoveri e ai casi gravi di Covid" ma i risultati "potrebbero anche supportare la somministrazione di una dose di richiamo del vaccino mRNA alle persone che hanno ricevuto l'iniezione di AstraZeneca". 

I risultati della ricerca condotta da ONS e Oxford arrivano quando diversi Stati stanno combattendo contro un nuovo aumento dei contagi nonostante l'accelerazione della campagna di vaccinazione. E' il caso di Israele di Stati Uniti, con entrambi i Paesi che hanno già previsto una terza somministrazione nella loro tabella di marcia. 

Il governo di Tel Aviv ha già iniziato a somministrare la terza dose di Pfizer (NYSE:PFE)-BioNTech (NASDAQ:BNTX) ad inizio di questo mese, mentre Washington inizierà il terzo round da settembre per i soggetti considerati più fragili. 

E in Italia? 

Roma potrebbe presto allinearsi a Stati Uniti e Israele. Come spiegato da Franco Locatelli, coordinatore del Cts e presidente del Consiglio Superiore di Sanità, la terza dose "è sicuramente necessaria al più presto per gli immunodepressi quali i riceventi un trapianto di organo solido o coloro che ricevono terapie con impatto sul sistema immunitario per patologie oncomaematologiche".

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"I dati resi disponibili in queste ultime ore sul profilo di sicurezza e di efficacia della terza dose del vaccino Pfizer/BioNTech sono confortanti", ha affermato Locatelli, aggiungendo che per le altre categorie "è in atto una valutazione accurata" in base alla quale "si deciderà se e quando somministrare la terza dose". 

La cabina di regia del Comitato tecnico scientifico indica inizio autunno come data papabile per iniziare o meno con il terzo round di vaccinazioni, in attesa anche che si raggiunga il target dell'80% della popolazione vaccinata, percentuale che potrebbe arrivare già a settembre.

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